Nader Akkad è l’imam della moschea di Roma. Martedì 19 novembre interverrrà, a Udine, alle 18 al Centro culturale “Paolino d’Aquileia, alla presentazione del volume “Cristianesimo e Islam. Prove di dialogo per una reciproca comprensione” scritto da Akkad assieme a don Santi Grasso (ne parliamo a pag. 17). Gli abbiamo chiesto di anticiparci alcuni punti della sua riflessione
In un mondo sempre più globale e interconnesso, la necessità di una convivenza pacifica e rispettosa tra le diverse fedi religiose è di fondamentale importanza. È cruciale che il dialogo tra l’Islam e il Cristianesimo non rimanga riservato a pochi esperti, come imam e sacerdoti, ma si espanda a tutti i livelli della società. La promozione di una cultura dell’incontro tra comunità è essenziale per favorire la comprensione reciproca e migliorare la convivenza civile.
Il Corano, in particolare nella Sura Al-Hujurat (49:13), offre una base fondamentale per questa visione: «O gente, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi molti popoli e tribù affinché vi conosceste a vicenda». Questo versetto evidenzia non solo l’unità dell’umanità, ma anche la bellezza della diversità. La conoscenza reciproca è vista come un mezzo attraverso il quale possiamo apprezzare e rispettare le differenze, piuttosto che vederle come ostacoli.
La vera essenza delle grandi figure religiose, come Muhammad e Gesù, risiede nella loro capacità di incarnare i valori dei loro testi sacri. Questi “testi viventi” rappresentavano un messaggio di amore, solidarietà e fratellanza. La loro vita quotidiana e le loro azioni sono esempi tangibili di come i principi religiosi possano entrare in contatto con l’altro, rendendo la fede una realtà viva e non solo un concetto teorico. In questo senso, è fondamentale che anche i seguaci di queste religioni vivano il loro credo in modo incarnato, creando interazioni quotidiane che riflettano i valori di entrambe le fedi.
Una significativa testimonianza di questo impegno verso la fratellanza è rappresentata dalla dichiarazione firmata nel 2019 ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayyeb. Questo documento storicamente importante invita le comunità a vivere una dimensione fraterna, testimoniando nella vita quotidiana una convivenza basata sul dialogo e sull’accettazione reciproca. Essi hanno sottolineato che la vera pace può essere costruita solo quando le persone si incontrano, si ascoltano e si rispettano a vicenda.
Per promuovere questa cultura dell’incontro, è essenziale incoraggiare eventi comunitari, dibattiti interreligiosi e programmi educativi nelle scuole, dove giovani di diverse fedi possano scambiarsi esperienze e conoscere le tradizioni l’uno dell’altro. Creare occasioni di dialogo non formale, come cene, festival culturali e progetti di volontariato, può contribuire a costruire relazioni solide e durature tra le diverse comunità religiose.
Diffondere una cultura dell’incontro tra le fedi islamica e cristiana è quindi fondamentale per promuovere una convivenza civile e pacifica. Attraverso il rispetto, la conoscenza reciproca e la testimonianza di valori condivisi, possiamo trasformare il dialogo religioso in un’esperienza di vita concreta. Solo così la diversità diventerà non solo una realtà da accettare, ma una ricchezza da celebrare insieme, contribuendo a costruire ponti anziché muri tra le diverse comunità.
Nader Akkad
Imam della moschea di Roma