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Quella fede che parla di gioia: «Questa cosa la prendo sul serio»

«Un giorno su Instagram ho visto i post di alcuni ragazzi che erano andati nell’oratorio di don Alberto Ravagnani, a Busto Arstizio. Venivano da diverse parti d’Italia erano andati lì solo per trascorrere qualche giorno, ma ne erano tornati completamente cambiati. E raccontavano sui social quello che avevano vissuto». È grazie ad alcune “stories” sui social media che Davide Cozzani, 21enne di Monfalcone, ha cambiato letteralmente la sua vita. E il suo rapporto con la fede. «Ricordo che leggevo i post di questi ragazzi che avevano la mia età che raccontavano che erano veramente felici, che si volevano veramente bene, che la loro vita aveva un senso… Dicevano che sentivano il loro cuore bruciare. E io di fronte a queste cose mi dicevo: ma come fanno?»

Facciamo un passo indietro. Davide Cozzani è un giovane nato a Monfalcone da mamma campana e papà ligure; in famiglia anche una sorella più grande. Oggi vive a Milano, dove studia Scienze religiose. Ma la sua storia è tutt’altro che religiosa, anzi. L’ha raccontata a “Un Capolavoro!”, la trasmissione settimanale di Radio Spazio curata da Matteo Trogu e Rocco Todarello (quest’ultimo pure regista dell’emittente diocesana), in cui diversi giovani friulani raccontano di come hanno scoperto che la loro vita è – come recita il titolo – un capolavoro. Con lo zampino di un Dio non sempre conosciuto o riconosciuto.

Un ulteriore passo indietro lo racconta lo stesso Davide, spirito libero fin dall’adolescenza. «Era il 2020, stavo finendo la terza superiore ed era appena terminata la fase acuta della pandemia. Con un amico e compagno di scuola, Lorenzo, decidiamo di non stare più a casa: volevamo conoscere la vita, capire da soli cos’era importante, vivere il più possibile liberi. Ci siamo staccati da tutti i punti di riferimento, dai prof e dalle persone adulte che c’erano nella nostra vita, vivendo slegati da ogni regola e idea che avevamo fino a quel momento». Ma la vita, fin da giovani, fa emergere domande di senso che è difficile sottacere. E in Davide nasce un disagio. «Inizialmente questa cosa la nascondo, però nascondendola diventa più grande, io non la accetto e sento di dover controbattere: già prima avevo uno stile di vita molto libero, ma a quel punto tornare tardi la sera non mi bastava più, dovevo tornare la mattina. Andare alle feste per bere e divertirmi non bastava più, dovevo bere fino a stare male; dovevo urlare, gridare, farmi vedere. Dovevo esagerare, cercare qualcosa di più forte per stare bene. Ma più vivevo così e meno prendevo sul serio il dolore che avevo dentro, così quel dolore cresceva». Finché il caso (anzi: la Provvidenza) hanno messo Davide di fronte alla vita. A inframmezzarsi, il display con Instagram e quelle storie di ragazzi felici in un oratorio vicino a Milano. «Alla fine della quinta ho fatto la maturità e don Alberto Ravagnani ha messo di nuovo alcune storie su Instagram invitando chi volesse ad andare nel suo oratorio. Io gli scrissi subito, lui mi rispose, per mia immensa felicità. E mi invitò anche al primo raduno di Fraternità, un evento per ragazzi organizzato prima dell’inizio dell’università ad agosto a Loreto. Non ero mai andato a Messa, non conoscevo nessuno, non ne sapevo niente, però decisi di andare. Perché sapevo che là c’erano quei ragazzi di cui avevo letto quei post su Instagram. Mi ricordo che sono arrivato e ho detto: “ecco tutto quello che ho sempre cercato!”».

Giovani friulani a Loreto. Al centro della foto, don Alberto Ravagnani

È l’estate del 2022, a Loreto era in corso il primo meeting di “Fraternità” con giovani da tutta Italia. Tra cui Cozzani, ventenne in ricerca come tantissimi suoi coetanei. «L’ultima sera a Loreto c’era “adorazione”. Io non avevo idea di cosa fosse. Entro, tutti si inginocchiano, mi inginocchio anch’io, provo a pregare (mai fatta sta roba!) E c’è questo momento: sento il cuore stringersi, mi si chiude il petto, mi piego in avanti e comincio a piangere, e piangere, piangere, piangere… e sorridere! Ero veramente felice. In quel momento mi sono detto di nuovo: com’è possibile? Ho cercato la vita dappertutto, nelle cose più disparate, più rischiose, e l’ho trovata soltanto qui, davanti a Gesù, in silenzio. E allora mi sono detto: “Basta, adesso questa cosa la prendo sul serio, non posso permettermi di perderla”».

Oggi Davide vive a Milano e studia Scienze religiose. Frequenta ciò che da ragazzo non conosceva se non per distaccarsene, anima incontri per giovani. Tutto grazie ad alcune storie su Instagram… e all’incontro con una Chiesa davvero gioiosa, che fa «ardere il cuore».

Giovanni Lesa

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