Ci si incanta a vedere i suoi video. Perché la meraviglia di luoghi “offerta” da nuove prospettive si accompagna all’emozione di un volo mozzafiato che dall’alto “racconta” la prorompente bellezza della natura. Prima di tutto quella del Friuli-Venezia Giulia. Sfiorando le cime dei monti così come l’acqua della laguna, sorvolando fiumi, colline e pianura. Da nord a sud, da est a ovest, “abbracciando” con lo sguardo suggestive località e tanti angoli incontaminati della regione, spesso preclusi agli occhi e alle gambe dell’uomo. Dietro a questi “dipinti” un narratore d’eccezione, già premiato in più occasioni per la sua maestria nel raccontare dal cielo le meraviglie della terra.
Udinese, classe 1983, Fabio Pappalettera è diventato in pochi anni uno dei migliori registi italiani a utilizzare il drone per le sue riprese. Catturando l’attenzione delle principali tv, da Sky alla Rai, e pure di National Geographic, lavorando per le trasmissioni di Alberto Angela, per Geo, Melaverde e Linea Verde, tanto per citarne alcune.
E pensare che tutto è nato per caso. Anche se, ammette, fin da piccolo il desiderio era quello di fare l’astronauta. «Insomma, non sono andato così lontano da quel sogno… Posso dire che anche adesso sono sempre con la testa tra le nuvole», ammette sorridendo. Era il 2013 quando un amico gli ha parlato di droni, al tempo una tecnologia ancora sconosciuta ai più. «Mi sono subito interessato, anche perché, appassionato di fotografia, mi era capitato di utilizzare l’elicottero per miei scatti e riprese». Fino ad allora, però, macchina fotografica, telecamera e spirito avventuroso li aveva vissuti più che altro come hobby. Svariati, infatti, i suoi viaggi in ogni dove che lo hanno portato a vivere nella giungla in Costa Rica e pure a fare il bagno con gli squali in Egitto, oltre che a cimentarsi in sport estremi, altro suo grande interesse.
A fare «sul serio» ha iniziato nel 2014. Significa che Fabio ha allora deciso di dare una svolta alla propria vita professionale. Seguendo le sue passioni. Ha così lasciato il lavoro di “tuttofare” nell’albergo di famiglia a Udine – «mi occupavo dell’accoglienza clienti, dell’amministrazione, della manutenzione, della pulizia» –, e con il benestare di nonna Giulia – «si aspettava che fossi io a prendere le redini dell’attività, ma ha accettato la mia decisione dicendomi “prova, caso mai torni qui”» – si è buttato nella nuova avventura. Dando vita dal nulla un’attività: Drone Reportage, azienda specializzata nella creazione di immagini uniche grazie alla video fotografia aerea. «Mi sono praticamente inventato un lavoro per quei tempi, facendo un salto nel buio». Ma quella prova è andata bene, fin da subito…
L’articolo completo, a firma di Monika Pascolo, è pubblicato sul numero de “la Vita Cattolica” del 20 novembre 2024. Le foto sono pubblicate per gentile concessione dell’autore.