Raccontano un mondo di miti e rituali antichi grazie a un percorso che si radica nell’archeologia, una delle sue grandi passioni. Le opere della scultrice Bernarda Visentini – una vita dedicata all’insegnamento, vive e opera a Tarcento, ha alle spalle numerose esposizioni, personali e collettive, vincitrice di vari premi, è inserita in prestigiosi volumi d’arte –, di recente, sono state protagoniste dell’esposizione “La sostenibile leggerezza dell’essere”, accolta a Roma dall’Associazione culturale “Lavatoio Contumaciale”, proprio negli spazi dell’ex lavatoio.
E il viaggio all’indietro nel tempo, reinterpretando mondi lontani attraverso simboli e divinità antiche – che, richiamando alla connessione tra uomo, natura e divino, prendono vita da una materia particolare come il leggerissimo cemento cellulare espanso – ha incantato il pubblico, accorso anche per una serie di eventi collaterali, tra cui la presentazione della monografia, a firma di Sergio Rossi, dal titolo “Bernarda Visentini e la sostenibile leggerezza dell’arte”.
Emozionante, tra gli altri, l’incontro con le scolaresche del Liceo artistico romano di via Di Ripetta che si sono lasciate trasportare nel “viaggio” artistico che trae ispirazioni oltre che da uno studio approfondito sul ciclo della vita, anche dai segni misteriosi “scovati” durante le visite dell’artista ai principali siti archeologici del mondo.
Ora l’auspicio di molti è che le ultime sculture (in ordine di tempo) che “arrivano” dalla preistoria, firmate” da Visentini – fa parte dell’Accademia dei “500” per le Arti Lettere Scienze Cultura di Roma, in qualità di Accademico di merito – possano presto essere esposte anche in Friuli-Venezia Giulia.
Monika Pascolo