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Il “Messiah” al Giovanni da Udine avvolti da musica e immagini

Le immortali note dell’oratorio “Il Messiah” di Haendel – eseguite da uno tra gli ensemble barocchi più noti al mondo, The English Concert & Choir – assieme a spettacolari proiezioni di immagini e luci che, utilizzando le più moderne tecnologie, avvolgeranno il pubblico illustrando la narrazione musicale. Così, con un “concerto immersivo”, il Teatro Nuovo Giovanni da Udine ha scelto di far avvicinare il proprio pubblico a Natale con un evento collocato nel pieno del periodo dell’Avvento: domenica 15 dicembre, alle ore 20.30.

Si tratta di un “progetto speciale” ideato dal direttore artistico per la musica del Giovanni da Udine, Paolo Cascio, e creato su misura proprio per il teatro udinese. «Ho voluto – spiega Cascio – che il nostro pubblico nel periodo dell’Avvento si ritrovasse come comunità per riscoprire il rito della narrazione. È importante scostarsi dal “mordi e fuggi” dei “social” e dei “selfie” che caratterizza la nostra epoca, condividendo un tempo più lungo di riflessione che, nelle due ore e mezzo di musica, ci accompagni in un percorso carico di contenuto e significato».

Di qui la scelta del Messiah che è proprio una grande e musicalmente spettacolare narrazione. Ad eseguire l’oratorio sarà, dunque, The English Concert & Choir. Fondato nel 1972 dal celebre direttore Trevor Pinnok, che lo ha guidato fino a qualche anno fa, ora è affidato a Harry Bicket, il direttore che sarà sul podio del Giovanni da Udine. La compagnia di canto sarà formata da Chiara Skerath, soprano, Jess Dady, mezzosoprano, James Way, tenore, Neal Davies, basso. «Musca inglese eseguita da un ensemble inglese: significa che ascolteremo il “Messiah” come dev’essere ascoltato», nota il direttore artistico del Giovanni da Udine.

Alla narrazione musicale, sarà quindi aggiunta un’ulteriore «intensificazione emotiva», ottenuta tramite le nuove tecnologie di videomapping. Affidandosi a Teatro Carillon, azienda torinese di “videomapping site specific”, Cascio ha progettato le proiezioni. «I muri del teatro – spiega – verranno invasi da immagini in movimento, che aiuteranno l’ascoltatore a visualizzare la narrazione che ascolta. Nella prima parte dell’oratorio il teatro si trasformerà in una sorta di Eden primordiale, precedente alla rivelazione divina. Poi, nel momento in cui l’esecuzione racconta la nascita di Gesù, vedremo una grande stella cometa attraversare il teatro e andare fino al centro del palco e all’orchestra. Nella seconda parte, dedicata alla Passione e morte di Cristo, le immagini saranno in bianco e nero, per arrivare poi alla terza parte in cui apparirà l’immagine del Risorto così come è stata rappresentata nell’iconografia cristiana dai grandi pittori, da Piero della Francesca a Tiziano, a Rubens. Questo per significare come dalla prima comunità cristiana, che aveva vissuto quel mistero, la narrazione si è tramandata per secoli, divenendo un messaggio universale, giunto fino a noi e che noi siamo chiamati a nostra volta a trasmettere».

Tutto ciò sarà realizzato con l’utilizzo di proiettori speciali, trasformando il soffitto e le pareti del teatro in un grande schermo cinematografico, con immagini in 3 dimensioni che si muovono e dialogano. «Ciò – prosegue Cascio – è stato fatto con un lavoro di più di un mese di mappatura di ogni superficie proiettabile. In particolare utilizzeremo i grandi cassettoni che si trovano sul soffitto, ognuno dei quali, illuminato, sarà parte di un’enorme immagine. E ad un certo punto il teatro diventerà come una grande cattedrale dalle vetrate colorate e cangianti».

Il concerto sarà preceduto, alle ore 18.15, nel foyer del teatro, da una conferenza introduttiva al “Messiah” di Haendel del giornalista e scrittore Alberto Mattioli.

«L’intento – conclude Cascio – è proseguire anche nei prossimi anni questo progetto dedicato agli oratori di Haendel, affiancando musica e immagini».

Stefano Damiani

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