Sunait, sunait, cjampanis spandint la vuestre vôs. Portait in ogni cjase un inno gloriôs, di pâs, di armonie, t’al dentri di ognon, sunait simpri di fieste il nestri campanon. Chissà che cosa avrebbe commentato Gino Ermacora, l’autore di questo inno all’arte campanaria, a riguardo del riconoscimento Unesco. L’arte campanaria, appunto, è da qualche giorno patrimonio dell’umanità. E ad esultare sono anzitutto i protagonisti dell’Associazione Scampanotadôrs Furlans “Gino Ermacora” nata nell’ottobre del 2001 a Tolmezzo, per volontà di quelle che allora erano tra le personalità più di spicco dell’arte campanaria friulana, con l’impegno di mettere in pratica, con vocazione cristiana, gli insegnamenti di colui che pensò di unire i campanari in un unica famiglia: Gino Ermacora (1924-2000) di Zeglianutto di Treppo Grande. Nacque poi la Scuola Suonatori di Campane che ha sede presso la Polse di Cougnes, vicino all’antica Pieve di san Pietro in Carnia.
In un articolo pubblicato sulla Vita Cattolica dell’11 dicembre 2024, Renato Miotti, presidente degli Scampanotadôrs, ha confidato che «è un sogno che si avvera». «Io sono il più anziano però dietro di me – racconta Miotti – c’è tanta gioventù e tanta passione, noi abbiamo qui a Zuglio la scuola di scampanotadôrs. E ci sono sempre più giovani: è partita che avevamo un’età media di 50-52 anni, adesso sono tutti tra i 19 e i 24 anni e facciamo 3-4 lezioni all’anno».
L’articolo completo si può leggere sulla Vita Cattolica dell’11 dicembre 2024