Una devozione plurisecolare quella per Sant’Antonio la cui origine si perde nella notte dei tempi. E che a Nespoledo si è “tradotta” anche nella realizzazione di una seconda chiesa, oltre a quella parrocchiale, dedicata proprio al Santo. A cui è legato anche un appuntamento storico – l’attesissima “Festa di Sant’Antonio” – risalente ai primi anni del ‘900 e che da allora ha sempre visto il coinvolgimento appassionato dell’intera comunità. Un evento che ha il suo momento principale – come ha ben illustrato a Radio Spazio uno dei volontari, Giuseppe Comuzzi, impegnato nella promozione e organizzazione dell’evento oltre che in Parrocchia – nella tradizionale processione, quest’anno in programma domenica 19 gennaio, che accompagna la statua del Santo – portata a spalla da un gruppo di compaesani – dalla chiesa parrocchiale a quella campestre, per poi far ritorno al pomeriggio nel capoluogo con una seconda processione. «La tradizione, molto sentita anche dai giovani, vuole che a portare la statua siano i coscritti maschi dell’anno precedente – ha detto Comuzzi –; a causa del calo demografico che coinvolge pure il nostro piccolo paese di circa 600 abitanti, in supporto arrivano altre persone che desiderano rendersi disponibili».
Per un servizio non indifferente dal punto di vista della fatica fisica e, di conseguenza, anche del coordinamento dei passi che deve risultare assolutamente armonico durante la processione. L’imponente statua, infatti, realizzata in legno e gesso, pesa circa due quintali. «La distanza tra le due chiese è di circa un chilometro, tragitto lungo il quale gli otto portatori, tanti ne servono per garantire il trasporto in sicurezza, si alternano per almeno 4 o 5 volte con altri volontari; pure durante il cambio – ha aggiunto – è richiesta una certa assistenza nel passaggio di spalla da un operatore all’altro».
Ma per fortuna, il legame con questo evento – riproposto nella forma attuale qualche anno addietro grazie all’allora parroco don Adriano Piticco – è talmente radicato «che non è mai stato un problema trovare portatori disponibili a dare una mano». E anche se le generazioni cambiano e il tempo scorre la devozione a Sant’Antonio – a cui si faceva ricorso contro la peste, contro i morbi contagiosi e il cosiddetto “fuoco di Sant’Antonio” – nella piccola comunità del comune di Lestizza – il cui nome deriva dall’albero da frutto nespolo che in grande quantità era presente sul territorio all’inizio del ‘900 – continua ad essere ben radicata. «I vecchi auguravano buon Sant’Antonio per far capire quanto fosse solido il legame con questa tradizione», ha evidenziato Comuzzi. «E poi è un appuntamento che mette tutti d’accordo e l’intera comunità si mobilita affinché risulti organizzato al meglio». Sia per la parte liturgica che per la parte che fa seguito alla cerimonia, quando c’è l’apertura dei portoni che si affacciano sulla piazza e sulla via principale della località dove vengono offerte le specialità culinarie locali.
Il programma della festa
La festa, occasione di rientro in paese anche degli emigranti ed evento di grande richiamo per tutto il territorio friulano, dopo i primi tre giorni di eventi (da venerdì 10 a domenica 12 gennaio, tra teatro, torneo di burraco e serata culturale), prosegue entrando nel vivo degli appuntamenti. Venerdì 17, alle 10, nella ricorrenza di Sant’Antonio Abate, sarà celebrata la Santa Messa nella chiesetta campestre; alle 20.30, nella palestra comunale ci sarà la gara di briscola pro opere parrocchiali, con in palio premi gastronomici. Sabato 18, alle 20.45, nella chiesa parrocchiale sarà proposto il 21° Concerto di Sant’Antonio con la partecipazione del CoperniCoro di Udine, in collaborazione con il Coro virile “voci nuove”. Domenica 19, la giornata si aprirà alle 10.30 con la processione verso la chiesa campestre, accompagnata dalla Filarmonica “Le prime lûs 1812” di Bertiolo; alle 11, la Santa Messa solenne, celebrata dal parroco mons. Guido Genero e cantata dal Coro “Voci nuove” che eseguirà nella sua versione originale la Messa a Santa Cecilia di Tomadini, con accompagnamento d’arpa e organo; alle 15.30, ci sarà la processione con il rientro della statua nella chiesa parrocchiale, accompagnata dalla “Nuova banda di Orzano” che, alle 16.30, si esibirà in piazza Verdi in concomitanza con l’apertura dei tipici portoni che si affacciano sulla strada per gli assaggi gastronomici, accompagnati da intrattenimento musicale itinerante. Gran finale alle 19.30 con l’estrazione della lotteria il cui ricavato andrà a sostenere opere parrocchiali. La manifestazione è promossa dalla Parrocchia assieme al Comitato festeggiamenti di S. Antonio, col patrocinio del Comune.
Monika Pascolo e Valentina Pagani