«La realtà non si taglia con l’accetta, come se fosse tutto bianco o nero. Così nella comunicazione: serve un fine discernimento». L’arcivescovo Riccardo Lamba è intervenuto così al Giubileo dei giornalisti e comunicatori, celebrato durante un ritiro spirituale che l’Arcidiocesi di Udine ha organizzato a Gemona, nel Santuario di Sant’Antonio di Padova. “Cuore di speranza” il tema del pomeriggio, ripreso dallo stesso mons. Lamba: «Nella fede così come nella comunicazione è importante non essere soli. Nel cammino di fede si tratta di avere qualcuno con cui confrontarsi concretamente, nell’accompagnamento spirituale che aveva uno dei suoi maestri in San Francesco di Sales. Nella comunicazione, di riflesso, lavorare da soli semplicemente non funziona, non allena lo spirito critico che può portare a indagare la realtà per discernere la verità».
Don Gianmario Pagano: «Contenuti buoni per aiutare le persone a ragionare»
Le parole dell’Arcivescovo sono state riprese da don Gianmario Pagano, sacerdote sceneggiatore e “youtuber”, che a Gemona ha portato la sua testimonianza. «Il compito dei comunicatori cristiani non è tanto passare un messaggio, ma ricreare le relazioni, avvicinare le persone tra loro e avvicinarle a Dio».
«La sfida vera dell’evangelizzazione nel XXI secolo è ricostruire i rapporti umani» ha ricordato don Pagano, citando la sua esperienza su YouTube (piattaforma in cui ha un seguito di oltre 60mila persone). «Se questo è l’intento, le persone vengono prima dei nostri “mezzucci”. Anche su questo San Francesco di Sales era maestro: quando comunicava non imponeva argomenti né manipolava le persone, ma cercava di parlare al loro cuore per aiutarle a ragionare con la loro testa e appassionarsi della verità. Questa idea di cuore – ha proseguito don Pagano – si unisce bene alla speranza perché quest’ultima proietta la fede e la carità verso il futuro. Se le prime sono come due gambe, la speranza è il cuore che batte».
Il digitale? «Non porta solitudine. Anzi»
«Gesù ha invitato a essere “pescatori di uomini”, non cacciatori che li acchiappano. La rete funziona se i suoi nodi sono uniti e la rete non è sfaldata. Se ci ricordiamo che non siamo da soli, soprattutto nelle dinamiche della comunicazione odierna fatta di una personalizzazione spinta o della crescita del personal branding, allora davvero possiamo costruire legami anche on-line». Secondo don Pagano, il digitale in particolare è capace di generare un senso di appartenenza. «Si parla, infatti, di community. Anche io ho conosciuto diverse persone on-line con cui sono nate amicizie. Il rapporto tra virtuale e reale è continuo, per questo quando noi comunicatori produciamo un “contenuto” siamo come note che risuonano e che generano una spontanea aggregazione».
«Cosa fa la differenza? – ha quindi concluso – Una comunicazione che non fa leva sull’emozione ma valorizza la bontà del suo contenuto».
Anche a Gemona il Giubileo è aperto
Al termine dell’incontro alcuni dei presenti hanno avuto modo di apprezzare le meraviglie d’arte del museo Renato Raffaelli, situato nella cripta del Santuario. Santuario che, dal suo essere chiesa giubilare, ha ospitato la celebrazione conclusiva del ritiro spirituale. Una Messa che mons. Riccardo Lamba ha iniziato all’esterno, aprendo ufficialmente l’Anno Santo anche a Sant’Antonio.
Durante la celebrazione l’arcivescovo ha voluto pregare «per le vittime del terremoto di quasi cinquant’anni fa». Ma, rifacendosi alla liturgia, ha voluto anche ricordare come «La speranza nasce dal coraggio di scelte forti, come quella del matrimonio. Dio si è rivelato alle nozze di Cana anche per questo motivo, per dire che un uomo e una donna che si uniscono in matrimonio portano una speranza superiore alle difficoltà che possono incontrare».
G.L.