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Ora di Religione, in diocesi più avvalentesi rispetto al Nord Italia

Si sono aperte martedì 21 gennaio le iscrizioni per il prossimo anno scolastico per gli istituti di ogni ordine e grado.  Tra le materie opzionabili, l’insegnamento della religione cattolica è scelto da quattro studenti su cinque. Nell’anno 2023/2024, l’ultimo di cui sono disponibili dati definitivi, nelle scuole dell’infanzia della diocesi di Udine ha aderito all’insegnamento della religione l’84,5% degli iscritti, nella scuola primaria il dato sale a quasi l’88% mentre alle superiori c’è il dato più basso, con il 73%. I numeri di quest’anno sembrano in linea con i precedenti ha affermato il prof. Andrea Nunziata, vicedirettore dell’Ufficio scolastico diocesano sulla Vita Cattolica del 22 gennaio 2025

Andrea Nunziata

«Nelle regioni del sud il dato è molto più alto – ha spiegato Nunziata –, con medie del 90-97%. La media nazionale è dell’85%, ma tra le regioni del Nord Italia la nostra diocesi ha numeri superiori alla media, un 2-3% in più della media dell’Italia settentrionale». Le ragioni di questa sostanziale tenuta? «Non è semplice dirlo, ma sicuramente incide il fatto che noi puntiamo molto sulla formazione dei docenti, con aggiornamenti costanti», risponde il vicedirettore dell’Ufficio scolastico, spiegando che a livello diocesano gli insegnanti hanno a disposizione ogni anno due momenti di formazione e durante l’anno sono previsti anche dei laboratori e un incontro di spiritualità.

«Fisiologico» che il dato della frequenza alle superiori si abbassi, al proposito però Nunciata rileva che «Una vera alternativa all’ora di Religione non esiste. La legge prevede l’attivazione di una disciplina alternativa, ma di fatto questo non avviene quasi mai».

Il messaggio dei Vescovi

Rivolgendosi ai genitori, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana nel suo messaggio riguardo all’insegnamento della Religione cattolica ha invitato ad «accogliere questa possibilità, grazie alla quale nel percorso formativo entrano importanti elementi etici e culturali, insieme alle domande di senso che accompagnano la crescita individuale e la vita del mondo. Il tutto in un clima di rispetto e di libertà, di approfondimento e di dialogo costruttivo».

Nel cuore dell’anno giubilare dedicato al tema “Pellegrini di speranza”, i presuli si chiedono «Quale speranza dà senso all’esistenza? Dove è possibile riconoscere e trovare ragioni di vita e di speranza? E ancora, prendendo a prestito le parole di Papa Francesco, come sostenere la necessità di “un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine”? Sono domande – affermano – a cui la scuola non può essere estranea e alle quali dà spazio l’insegnamento della Religione cattolica».

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