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ChiesaGiubileo 2025

Un’ex canonica diventa “foyer” per le persone detenute e loro famiglie

I Missionari Vincenziani, quelli della Congregazione della Missione, che hanno la cura pastorale nelle carceri di Udine e di Tolmezzo, stanno promuovendo iniziative di “carità” per l’anno giubilare della Speranza. Tra queste, la trasformazione di una ex canonica in un “foyer” per persone detenute a Tolmezzo. Sarà una struttura di accoglienza delle persone detenute in permesso premio o destinate agli arresti domiciliari e dei parenti in visita al penitenziario. Visite che a volte durano più ore, concentrate in una sola giornata per motivi logistici, mentre potrebbero essere diluite in più giorni.

Per essere più rispondenti al carisma di Vincenzo de Paoli, il fondatore, la comunità dei padri missionari composta da Claudio Santangelo, Lorenzo Durandetto e Antonius Hari Purnanto si è fatta carico dell’accompagnamento pastorale degli ospiti a Tolmezzo e a Udine. «Ci facciamo compagni di viaggio senza bisaccia – spiega padre Claudio Santangelo –, senza sandali, senza bastone, con pazienza ma anche con fiducia: impegnandoci perché il Signore faccia sì che il passato non schiacci il presente e che faccia invece vivere il presente in vista di un futuro insieme a Lui».

Tra le varie attività, i Missionari Vincenziani si prendono cura della formazione, compresi i corsi nell’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe) per la concessione e la gestione delle misure alternative alla detenzione. Da qui l’organizzazione di corsi su perdono e riconciliazione, vita affettiva e relazionale. Il tutto in stretta collaborazione con le educatrici e gli assistenti sociali.

Catechesi con l’Arcivescovo nelle carceri e Messa mensile a Udine

La Comunità Vincenziana sta prestando la sua opera anche a sostegno della pastorale diocesana per il Giubileo, in particolare accompagnando gli incontri di catechesi dell’arcivescovo Riccardo Lamba nelle due carceri friulane sui temi della conversione, della speranza e della testimonianza, mentre un lunedì al mese nella chiesa di San Vincenzo de Paoli a Udine viene celebrata una Messa per i detenuti e le loro famiglie (la prossima celebrazione, lunedì 10 febbraio alle 8.30, sarà presieduta da mons. Luciano Nobile, vicario urbano di Udine). In questa chiesa è possibile ottenere l’indulgenza legata al Giubileo vincenziano secondo le indicazioni della Penitenzieria Apostolica.

Intanto nella Casa circondariale maschile “Santa Maria Maggiore” di Venezia si sono svolti, in occasione del Giubileo, una presentazione e un momento di preghiera dei cappellani e di alcuni religiosi e volontari delle strutture detentive e penitenziarie del Triveneto in cui è stata accolta la lampada in cui arde la “Luce di Speranza”, accesa a Roma, segno di questo anno particolare. La luce di questa lampada sarà poi portata in ogni struttura carceraria del Triveneto. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e delegato dei Vescovi del Triveneto per la Pastorale dei Detenuti, ha concelebrato la Messa con i cappellani, presenti numerosi detenuti. Il direttore della struttura detentiva, Enrico Farina, ha voluto introdurre questo gesto della lampada giubilare dicendo che «così come la luce santa accesa oggi a Santa Maria Maggiore verrà portata come segno di speranza in tutte le carceri del Triveneto, anche l’impegno quotidiano di volontari, educatori e polizia penitenziaria continua ad ampliare le opportunità di reinserimento per i detenuti ristretti a Santa Maria Maggiore, ma anche di tutto il Triveneto».

Francesco Dal Mas

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