Mercoledì 19 febbraio ricorrono 25 anni dalla salita al cielo di mons. Gelindo Lavaroni, pre Gjelindo, titolare della pieve di Santa Maria Nascente, ad Artegna, dal 1974, quando subentrò a mons. Carlo Englaro di cui fu cappellano e con il quale condivide il riposo nel cimitero di San Martino.
Nato a Buttrio nel 1928 venne ordinato sacerdote nel 1954. Dopo la “primizia” nell’Istituto degli orfani di Cividale, la destinazione fu la “carissima” Parrocchia di San Marco ad Udine cui fece seguito – dal 1967 al 1973 – l’impegno nel Seminario Diocesano, esperienza propedeutica alla creazione di una forte comunità di preti in quel di Artegna; “paternità” di un sacerdote che ha già accolto in paradiso mons. Duilio Corgnali.
Instancabile, determinato, scomodo, fedele al Vangelo, servì la comunità arteniese affidatagli in cura fin sul letto di dolore e di morte, testimoniando – in itinere – tenacia nel portare la speranza di Cristo per le vie da ricostruire e nelle famiglie da rincuorare, lungimiranza nel dare continuità alla Scuola Materna mons. Castellani e nuova vita al Teatro che ora porta il suo nome.
«Ogni cjase un toc di Glesie» fu una delle sue parole d’ordine. Giovani e Plamaline, carità ed apertura alla mondialità, inculturazione della fede e promozione della marilenghe gli slanci pastorali. A lode di Dio per l’avverarsi della profezia – «Jo us darai pastôrs seont il gno cûr e us passonaran cun sience e cun sintiment (Gjeremie 3,15») – la comunità arteniese lo ricorderà in due momenti: nella Pieve mercoledì 19 febbraio alle 19 con una Santa Messa presieduta da mons. Loris Della Pietra, l’ultin rivât te granda famea dada dongja atôr di pre Gjelindo ta canonica di Artigne; nel Nuovo Teatro sabato 22 febbraio alle 20 con l’ormai tradizionale serata di arte cinematografica e riflessione guidata da don Alessio Geretti sulle immagini di «Giurato numero 2» di Clint Eastwood.