
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Parola del Signore.
Commento al Vangelo del 23 febbraio 2025,
VII domenica del Tempo ordinario (Anno C)
A cura di don Simone Baldo
«Siate misericordiosi come il Padre è misericordioso». Più volte Gesù invita i suoi discepoli ad essere come il Padre: in un altro luogo dice, per esempio, «Siate perfetti come il Padre vostro celeste». Come si fa ad essere come Dio Padre, dato che non lo vediamo, non lo sentiamo, non lo tocchiamo? Semplice: dobbiamo imitare Gesù. Gesù infatti è la Via che conduce al Padre, è una cosa sola con il Padre, è il volto misericordioso del Padre. Dio nessuno l’ha mai visto: solo il Figlio ce lo ha rivelato. Per cui per poter adempiere a questo grande invito, che risuona quasi come un comandamento, cioè essere come il Padre, dobbiamo seguire Gesù.
E Gesù cosa ci dice? «Prendete il mio giogo sopra di voi»; «chi vuol venire dietro a me prenda ogni giorno la sua croce e mi segua». La perfezione celeste si raggiunge non fuggendo dalla realtà, ma incarnandosi nella vita di tutti i giorni per portare l’unica vera luce che è quella di Dio. Da queste premesse nasce l’insegnamento del Vangelo di oggi: amare i nemici, fare del bene a coloro che ci odiano, benedire quelli che ci maledicono, pregare per coloro che ci trattano male. Per fare questo bisogna essere liberi e la vera libertà si trova solo in un rapporto strettissimo di amicizia con il Signore Gesù Cristo. Se questo manca, tutto è ipocrisia, tutto è impossibile.
Noi cristiani abbiamo ricevuto il dono della grazia, cioè della vita divina in noi. Se ci comportiamo come tutti gli altri, allora la grazia non serve a niente. Se invece seguiamo ciò che Gesù ci insegna e che lo Spirito ogni giorno ci ricorda, allora la grazia non è dispersa vanamente, ma porta frutto e la nostra ricompensa sarà grande: saremo figli dell’Altissimo. Se ripensiamo al Vangelo dell’Annunciazione, ci ricordiamo che l’Angelo Gabriele dice a Maria in riferimento a Gesù: «Sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo». Gesù ci dice che se mettiamo in pratica i suoi insegnamenti saremo anche noi figli dell’Altissimo, cioè saremo come lui.
Cosa vuol dire essere come lui? Lui vive e regna con Dio Padre nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli, lo diciamo in ogni preghiera. Così anche noi, perché Gesù ci rende partecipi della sua vita. «Date e vi sarà dato». Gesù ha dato la sua vita mortale e ha ricevuto il premio della risurrezione. Tanto è ciò che ha dato; molto di più è ciò che ha ricevuto, perché la grazia sovrabbonda sempre: «Una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo». Imitiamolo, dunque: il nostro dono non sarà mai grande come il suo, ma il premio che riceveremo è proprio il suo, perché lui ci ama e ci rende partecipi della sua vita divina nella risurrezione e nell’eternità del Paradiso. Di fronte a questa prospettiva, abbiamo la libertà d’animo di mettere in pratica i suoi insegnamenti, anche quelli più controcorrente, come quelli del Vangelo di oggi. Torneremo dunque ad essere come il Padre, a sua immagine e somiglianza, nella piena comunione e nella gioia perfetta.
don Simone Baldo