Si è conclusa l’imponente opera di restauro del prezioso organo della chiesa della Beata Vergine del Carmine di Udine, costruito nell’ultimo decennio del 1700 dall’organaro udinese Francesco Comelli. Un intervento, che si è svolto tra il 2022 e il 2024, grazie al generoso contributo della Fondazione Friuli, nell’ambito del Bando Restauro 2024 e che ha riportato lo strumento – così come il cassone che lo contiene e la cantoria che lo ospita – al suo antico splendore.
Domenica 16 marzo, alle ore 17.30, sarà presentato il restauro della cantoria e del cassone, a cura della ditta Esedra, con l’illustrazione anche dei depliant quadrilingue (italiano, inglese, tedesco, spagnolo) sulle principali opere d’arte contenute nella chiesa del Carmine. Domenica 30 marzo, sempre alle 17.30, ci sarà invece il concerto con spiegazione del funzionamento dell’organo a cura dell’organista trentino Simone Vebber.
Questi appuntamenti rientrano nel programma organizzato dal Comitato parrocchiale per la celebrazione del Quinto centenario della chiesa del Carmine che avrà il suo momento solenne martedì 25 marzo – giorno della consacrazione della chiesa avvenuta appunto il 25 marzo del 1525 – con una Santa Messa nella festa dell’Annunciazione del Signore presieduta dall’Arcivescovo emerito mons. Andrea Bruno Mazzocato, e che proseguirà poi con un ricco calendario di appuntamenti nel corso del mese di luglio.
L’organo
L’organo della chiesa del Carmine è tra le più grandi opere dell’organaro udinese Francesco Comelli, che operò tra la seconda metà del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento. L’opera originale si presentava, come oggi, racchiusa in un elegante cassone, sistemato nell’ambone della cantoria lignea, entrambi realizzati dal marangone Giuseppe Bertoli nel 1793. Cantoria ed organo, quindi, furono realizzati nel periodo nel quale la chiesa era retta dai padri francescani minori conventuali, che avevano abbandonato il loro antico convento nel 1770 (per lasciare il posto al nuovo ospedale cittadino) e che, trasferitisi in borgo Aquileia, avevano occupato i locali lasciati liberi dai Carmelitani.