Un ritrovarsi insieme “a casa”, i sorrisi e gli sguardi complici di chi ha condiviso qualcosa di intenso e di grande, i volti stanchi ma felici. C’era un’atmosfera speciale la sera del 5 marzo nella celebrazione del Mercoledì delle ceneri a Talmassons. A poche ore dal rientro, si sono ritrovati infatti in chiesa per celebrare insieme la Messa anche i giovani e i catechisti che hanno vissuto, dal 2 al 5 marzo, il pellegrinaggio a Roma, accompagnati dal parroco, p. Juan Carlos Cerquera. A vivere l’esperienza giubilare è stata una ventina di persone: il gruppo giovanile della Collaborazione pastorale, “Anima Giovane” (composto da cresimati e cresimandi di Talmassons, Flambro, Flumignano e Sant’Andrat), e i loro catechisti adulti. Un’esperienza speciale, condivisa con persone care e traboccante di momenti intensi difficili da tradurre in parole, come ci hanno raccontato emozionati alcuni di loro (le loro voci si possono ascoltare su www.radiospazio.it nella sezione podcast della trasmissione Glesie e Int. Qui una sintesi delle testimonianze).
Melissa, 15 anni, di Flambro, studentessa all’Uccellis a Udine «Un’esperienza di quelle che ti rimangono dentro. Sono felicissima di aver partecipato. Eravamo un bel gruppo e questo viaggio mi ha aiutato a consolidare alcuni legami di amicizia e stringerne di nuovi. Abbiamo camminato molto, ma ci siamo anche molto divertiti. Incredibilmente belle le chiese che abbiamo visitato! In ciascuna, e in particolare nel varcare le Porte Sante, don Carlos ci guidava nella preghiera: per i nostri cari, per le persone rimaste a casa, per gli ammalati, per il Papa. È stata davvero una bella esperienza. La ripeterei subito».
Manuel Tinon, 28 anni, insegnante al Bearzi a Udine «Ricordo come particolarmente toccanti i momenti in cui entravamo nelle quattro Basiliche maggiori e spontaneamente ci mettevamo in cerchio, tenendoci per mano per la preghiera. Questo pellegrinaggio ci ha infuso forza e ci ha ricordato l’importanza delle nostre radici cristiane. Si è tradotto in momenti intensi di condivisione di valori, di pensieri, momenti che non vivi in un “normale” viaggio turistico. Lungo Via della Conciliazione, per un tratto ho portato la croce e devo ammettere che è stata un’esperienza molto forte, in silenzio, meditando sulle tante dimensioni di sofferenza personali e collettive presenti nel mondo, ma con sullo sfondo, oltre il legno della croce, la Basilica: una prospettiva di salvezza, di luce! Vivere tutto questo non da soli, ma all’interno di un gruppo e ascoltando attorno a noi il Padre Nostro e l’Ave Maria in lingue diverse è stato straordinario. Ci siamo sentiti come i discepoli alla Pentecoste. In quei momenti senti che stai vivendo un’esperienza che unisce tutto il mondo! Credo che anche per i più giovani sia stato importante, in tempi segnati da tanta opacità, vivere un’esperienza che ti mostra che esiste una prospettiva diversa: quella della fede, in grado di regalare anche una visione positiva e luminosa del futuro. E, in particolare per i più giovani tra noi, penso che sia stato importante anche vedere che non siamo soli in questo cammino».
Lucia Colautti, 19 anni, studentessa universitaria, catechista «Sono stati giorni ricchi di momenti simbolici forti e molto emozionanti, in particolare il pellegrinaggio con la croce portata a turno lungo Via della Conciliazione, che ci ha ricordato che eravamo lì tutti insieme per un unico scopo, a sostenerci a vicenda nel pellegrinaggio che ormai da tre giorni stavamo compiendo e che si avvicinava alla sua tappa più significativa. La recita di determinate preghiere, le soste, la riflessione e poi l’ingresso a San Pietro, attraverso la Porta Santa, e ancora la Messa concelebrata dal nostro parroco, don Carlos, insieme ad altri sacerdoti di altre diocesi, sono stati tutti momenti molto intensi. È stato bello anche vedere tanti altri giovani legati ancora alla sfera spirituale, in tempi in cui è sempre più difficile condividere questo con qualcuno. Ci siamo sentiti all’interno di un flusso di persone che camminava insieme. Tanti di noi si sono emozionati. È un’esperienza che ti rafforza, che rende tutto più sensato».
Emma Simonato, 19 anni, studentessa universitaria, catechista «Se potessi la rifarei subito, è stata un’esperienza davvero bella, sia dal punto di vista del viaggio – Roma è una città meravigliosa – che dal punto di vista spirituale e il fatto che fossimo un gruppo eterogeneo, composto da diversi giovani ma anche alcuni adulti, è stata un’ottima soluzione, perché chi aveva più esperienza ci ha fatto da guida. Molto emozionante è stato il pellegrinaggio lungo Via della Conciliazione e anche l’entrata a San Pietro, la Messa concelebrata da don Carlos… Ci siamo sentiti avvolti in un’atmosfera che io definisco magica e abbiamo “portato con noi” nelle preghiere la nostra famiglia, i nostri cari, gli amici che non erano presenti. C’era una carica emotiva molto forte, qualcosa che in un semplice “viaggio” non si può vivere».
Francesca Monino, 26 anni, di Mortegliano, educatrice «È stata un’esperienza molto, molto intensa. Sono una persona che solitamente cerca di prevedere le emozioni che proverà nelle varie situazioni, ma in questo caso ero partita senza aspettative, abbracciando quello che sarebbe potuto arrivare, ed è stata una scoperta! Ad essere onesta negli ultimi anni un po’ mi ero allontanata dal cammino spirituale e questo pellegrinaggio è arrivato proprio nel momento giusto: mi ha fatto scoprire che mi ero persa qualcosa e ora sono determinata a non “perdermi più”, ad impegnarmi per mantenere questa ritrovata direzione, che sento mi fa stare bene». Valentina Zanella
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