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Chiesa

L’Arcivescovo ai giovani: «Cristo crede in noi!»

Se c’è una parola che può descrivere la veglia diocesana di Quaresima dei giovani, celebrata a Codroipo venerdì 14 marzo, quella parola è “germoglio”. Non è certo “pioggia” (nonostante il cielo poco promettente, ma tutto sommato clemente), non è neppure “spazio”: ben poco quello rimasto, in un duomo codroipese gremito in ogni ordine di posti, a sedere o in piedi. Giovani di diverse Parrocchie dell’Arcidiocesi, con una prevalenza – com’è ovvio – dalle comunità del Medio Friuli.

Torniamo a quella parola. Germoglio. A Codroipo è stata proclamata nelle brevi letture bibliche e ripresa con vigore dall’Arcivescovo, accanto al Crocifisso nero che germoglio è, anche se non ne ha le sembianze.

«Quanti uomini e donne, in questi secoli, hanno consegnato le loro vite a Gesù crocifisso! Quante persone hanno trovato accoglienza nel Cristo!» ha affermato l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba, chiamato a presiedere la preghiera, durante la meditazione offerta ai giovanissimi. «Lui è in grado di darci la speranza in una vita più piena. Lui sa cogliere in noi quel germoglio – eccolo! – del progetto originario che Dio ha posto nel nostro cuore. E ci crede, molto più di noi!»

L’inizio della veglia nella piazza del municipio di Codroipo

«Dove andiamo? Verso Cristo»

Cristo crede in noi? È sconvolgente ribaltare il classico paradigma in cui è l’umanità a credere in Dio. Sconvolgente nel senso buono del termine, scandalo, inciampo di speranza da cui rialzarsi per una vita senza nuvole. «Quando ci siamo messi in cammino – ha ricordato mons. Lamba, citando il momento iniziale della celebrazione, iniziata nella piazza di Codroipo – mi è stato chiesto di stare davanti al “gregge”. Ho sentito una grande responsabilità: “dove conduco questi giovani che hanno dentro curiosità, solitudine, desiderio e insicurezza?” Signore – ha proseguito l’Arcivescovo -, li sto conducendo in chiesa, verso te che ci aspetti. Le porte si sono aperte e ci siamo introdotti davanti a questo bellissimo crocifisso». Il Cristo nero, infatti, è esposto in duomo a Codroipo per una settimana giubilare che si concluderà domenica 16 marzo.

Mons. Lamba: «Commosso davanti a questo crocifisso»

«Mi sono commosso davanti a questo Cristo nero» ha ammesso mons. Lamba. «Ho pensato che stavo contemplando fatiche, sofferenza, incomprensioni, tensioni di tanti uomini e donne di questa Diocesi. Ho percepito che tutto questo avrebbe potuto essere al suo posto nell’amore di Dio rivelato in Gesù Cristo. Quanti uomini e donne, in questi secoli, hanno consegnato le loro vite a Gesù crocifisso! Quante persone hanno trovato accoglienza nel Cristo!»

Il momento di preghiera, arricchito non solo dal simbolico pellegrinaggio codroipese davanti al crocifisso, ma anche da un’attività di riflessione personale e da un piccolo dono, la croce di Carlo Acutis, è proseguito poi tra canti e preghiere. Fino alle note della melodia finale, un autentico invito verso giornate dense di una rinnovata speranza: «Che io trovi il senso del mio andare solo in te – recitava il canto -, nel tuo fedele amare il mio perché». Un programma di vita impegnativo, ma fresco, vivo e frizzante. Come un germoglio di speranza.

G.L.

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