Si è svolto domenica 23 marzo, negli spazi del Santuario della Beata Vergine delle Grazie a Udine, l’annuale incontro di spiritualità organizzato dall’Ufficio scuola diocesano e rivolto a tutti gli insegnanti di religione.
“Parola di speranza… testimone di speranza”, questo il tema proposto per la riflessione ai circa cento docenti presenti nella Sala Sette Santi Fondatori dei Servi di Maria nel chiostro adiacente alla Basilica. A guidare la meditazione Cristina Santinon, sorella della Comunità monastica di Marango, realtà che si trova nei pressi di Caorle e che in questi anni è stata spesso riferimento per i percorsi di spiritualità degli insegnanti.
Don Giancarlo Brianti, direttore dell’Ufficio scuola della Diocesi, nel portare il saluto introduttivo ha evidenziato come la speranza vada innestata nel terreno fertile della vita che, se non è vissuta non si può dire veramente tale.
Sr Cristina Santinon ha proposto la sua riflessione in due momenti: il primo di carattere prettamente biblico (sul capitolo 31 del libro del profeta Geremia); il secondo sulla figura esemplare di Pier Giorgio Frassati. Dal testo di Geremia sono stati evidenziati alcuni momenti di un’esperienza che il Profeta racconta come difficile: si parla di ben due deportazioni del popolo d’Israele e poi di un ritorno, parola che si ripete per ben sei volte nel testo citato, secondo la promessa di Dio; un ritorno sperato e concretizzato secondo la Parola di Dio, che ha sofferto come una madre soffre per suo figlio, che si commuove, perdona e accoglie realizzando concretamente quanto aveva stabilito.
Nella seconda parte sr Cristina ha illustrato la vita di Frassati, beatificato nel 1990 e prossimo santo nell’anno giubilare della speranza, il 3 agosto. Un giovane che non ha avuto paura di offrire la propria vita per gli altri in un tempo difficile della storia italiana (siamo negli anni ’20 del 1900 che vedono affermarsi la dittatura fascista).
Frassati è stato attivo su due ambiti: carità e impegno sociale. Testimone di umanità, ha vissuto con coerenza la sua fede in Gesù Cristo, in modo particolare nel rispetto e ammirazione per i poveri.
Il giovane Pier Giorgio non ha accettato compromessi denunciando gli aspetti strutturali delle ingiustizie, con coraggio, azione e coscienza, anche attraverso l’azione politica. Era convinto del fatto che il coraggio si dovesse testimoniare anche soffrendo di persona; morì a 24 anni, a causa di una rapida poliomielite, pensando ai poveri anche in punto di morte, come evidente in uno scritto di suo pugno in extremis. Laico nella Chiesa e cristiano nel mondo ha detto con la propria vita come sia possibile vivere la Parola del Vangelo senza paura e senza riserve.
Con questo messaggio di speranza da portare ai tanti giovani che gli insegnanti di religione quotidianamente incontrano nelle scuole, si è chiusa la giornata di spiritualità.
Dopo la preghiera dei Vespri il direttore dell’Ufficio scuola ha dato appuntamento ai presenti ai prossimi laboratori e aggiornamenti che chiuderanno l’anno scolastico in corso.
Andrea Nunziata