Mentre il carcere di via Spalato a Udine registra un nuovo drammatico record di presenze, arrivando alla cifra mai raggiunta prima di 190 persone detenute, e l’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) del capoluogo friulano che segue ben 1.700 persone lamenta un pesante sotto organico, la Chiesa udinese intensifica la sua attenzione verso queste realtà, facendo suo il mandato giubilare di Papa Francesco ad essere segno tangibile «di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio» (Spes non confundit).
Martedì 8 aprile l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba ha infatti visitato proprio la sede dell’Uepe del capoluogo friulano. Su invito del direttore dell’ufficio, Maria Rita Bonura, l’Arcivescovo si è recato negli uffici di via Trento, accompagnato dai due cappellani penitenziari, i vincenziani p. Lorenzo Durandetto e p. Claudio Santangelo, per una prima conoscenza del servizio che educatori, assistenti sociali, psicologi e personale amministrativo svolgono nel programmare e realizzare l’esecuzione delle pene alternative al carcere per i soggetti che ne possono beneficiare.
Nel colloquio col direttore sono state avanzate anche proposte di una più stretta collaborazione tra Uepe e parrocchie per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità che fanno parte del programma di trattamento delle persone messe alla prova, offerti a titolo di prestazioni gratuite.
Al termine della visita, mons. Lamba ha impartito la benedizione agli uffici e a coloro che vi lavorano, con la promessa di ritrovarsi nel prossimo futuro per una celebrazione eucaristica comunitaria.
Sul sito internet dell’arcidiocesi di Udine è stata creata un’area apposita dedicata alla cappellania penitenziaria, la si può visitare cliccando qui