È partito da Montegiordano, in provincia di Cosenza, poco più che maggiorenne, per il servizio militare a Casarsa della Delizia. «E per amore sono rimasto in Friuli», commenta sorridendo. Benito Pitrelli, 95 anni il prossimo primo settembre, ogni mattina alle 8.30 è puntuale nella sua bottega. Il sogno della sua vita che, nonostante l’età, scandisce ancora l’intera sua quotidianità. Benito è barbiere a Dignano da più di 70 anni. «Vado avanti finché sto bene – chiarisce subito –; per me è un divertimento». Sempre elegante nella sua divisa da lavoro, accoglie gli affezionati clienti – che arrivano anche da fuori comune, oltre Majano e Fagagna e persino dalla provincia di Pordenone – sempre col sorriso e una punta di ironia. Si ritiene fortunato ad essere riuscito a realizzarsi nell’impiego che aveva sempre desiderato. «Anche mio padre faceva l’artigiano, era calzolaio, oltre a lavorare nei campi».

Una passione che fin da subito è riuscito a trasmettere alla moglie – «Lei è il motivo per cui non sono più rientrato al mio paese», afferma con dolcezza – che ha operato al suo fianco come parrucchiera per tanto tempo. «Ho frequentato un corso a Udine, ma il mestiere vero e proprio me lo ha insegnato mio marito, che è stato un bravo titolare», spiega Elvia, che di anni ne ha 92 e, con orgoglio, racconta che è compito di Benito, ogni mattina, pettinarla in maniera ineccepibile. «Mia madre non ha mai un capello fuori posto e mio papà la sistema ancora con maggior cura se sa che deve uscire per la spesa», sottolinea il figlio Daniele, oggi 60enne, che da 43 anni è in bottega con Benito a condividere il lavoro di barbiere. «Ha contagiato anche me con la sua passione», aggiunge sorridendo.

Nel frattempo la porta della bottega di via Roma continua ad aprirsi. I clienti si susseguono, chi per un taglio, chi per regolare la barba. «Non riceviamo su appuntamento, ma cerchiamo di accontentare tutti», spiega il titolare, raccontando che in passato il negozio restava aperto al venerdì e sabato sera, dopo cena, anche fino a mezzanotte, per andare incontro alle esigenze dei clienti, per lo più contadini impegnati durante il giorno nel lavoro nei campi, e pure alla domenica fino all’una.

Le ferie, aggiunge il figlio Daniele (che ha anche un fratello, Marco, che ha scelto un diverso mestiere), «non sappiamo nemmeno cosa siano. Mai fatte. Ho sempre visto mio padre al lavoro, anche quando aveva la febbre. Tutt’oggi che ha qualche problema con un’anca nemmeno si sogna di mancare…».
Inizialmente la sede dell’attività…
L’articolo completo, a firma di Monika Pascolo, è pubblicato nel numero del 9 aprile 2025 del settimanale “la Vita Cattolica”.