Giovedì 24 aprile sarà – a Nogaredo di Corno, frazione di Coseano – una giornata di autentica festa. Soprattutto sarà una giornata che si affaccia su un anno speciale che promette di essere ricco di appuntamenti e occasioni di incontro. Proprio il 24 aprile di 500 anni fa, infatti, veniva consacrata – dal vescovo vicario Daniele De Rubeis – la chiesa di San Giorgio, ampliata e modificata all’inizio del sedicesimo secolo. Per celebrare questo straordinario traguardo, alle 20, è dunque in programma una Santa Messa che sarà presieduta dall’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, e accompagnata dal coro «Musiche d’inCanto» e dagli «Scampanotadôrs furlans».
«Per festeggiare questa importante ricorrenza – fanno sapere il Consiglio pastorale della Parrocchia di Nogaredo e il parroco, don Angelo Sumaio – abbiamo ideato e pianificato una serie di eventi, patrocinati dal Comune di Coseano, che si snoderanno lungo tutto il 2025. In particolare, data l’apprezzata acustica della chiesa, sono previsti diversi concerti, alcuni dei quali avranno per protagonista il meraviglioso organo realizzato nel 1756 da Pietro Nacchini, tra i più famosi e rinomati organari della Serenissima. Tale organo per la comunità di Nogaredo di Corno ha anche un valore aggiunto davvero significativo, è infatti monumento a ricordo dei caduti in guerra».
Inclusione e creatività
E non è tutto. Si è infatti voluto celebrare non solo la storia della chiesa, ma anche i valori dell’inclusione e della creatività. Grazie a una collaborazione con la Cooperativa sociale «Il Mosaico» di Codroipo – centro occupazionale diurno rivolto a persone con disabilità – sono stati creati dei manufatti creativi che i visitatori troveranno in chiesa per tutto l’anno. Sono inoltre state coniate 500 monete commemorative con l’effigie della chiesa ed il logo del cinquecentenario creato da un giovane studente di architettura la cui famiglia è originaria di Nogaredo di Corno. Visitando la chiesa sarà inoltre possibile lasciare un pensiero in un quaderno realizzato dallo Scriptorium Foroiuliense di San Daniele che ha realizzato anche una copia fedele dell’atto di consacrazione del 1525, che verrà svelato dall’Arcivescovo al termine della Messa di giovedì 24 aprile. Tra i numerosi appuntamenti segnaliamo in particolare – domenica 8 giugno alle 17 – l’inaugurazione della mostra «Il tesoro di San Giorgio» cui seguirà il concerto del super coro de «Il Mosaico», «La Pannocchia» e Csre.
Una lunga storia
Ma qual è la storia della chiesa? Attorno alla cappella dedicata a San Giorgio Martire si sviluppò un primo nucleo religioso che diede poi vita al paese di Nogaredo di Corno, registrato per la prima volta in un documento nell’anno 1270: «Nogareyt, in pertitnentibus de Villa de Quarn». La cappella si trasformò in chiesa di San Giorgio attorno al 1300, diventando parrocchiale nel 1468. Durante i suoi 700 anni di storia l’edificio ha subito notevoli modifiche. Un significativo intervento, su progetto di Lorenzo Missio, avvenne durante i primi anni del sedicesimo secolo, con la consacrazione solenne attestata da un documento pergamenaceo al 24 aprile 1525. Nel Seicento fu allungata l’aula, nel Settecento don Angelo Tonello ne curò l’arricchimento liturgico e funzionale, mentre nel ventesimo secolo don Pellizzoni guidò importanti lavori come l’ampliamento della navata sinistra, la nuova pavimentazione del coro, un nuovo altare e la dedicazione dell’organo. Il terremoto del 1976 rese necessario un radicale consolidamento, conclusosi con il restauro del 1989. Nell’edificio – che ha una pianta a croce latina con un’aula rettangolare direzionata Est-Ovest –, l’altare maggiore del 1700 è dedicato al patrono titolare della parrocchia ed è affiancato da due statue lignee di San Giuseppe e Sant’Antonio da Padova mentre le cappelle laterali sono dedicate a San Ermacora, alla Madonna della Salute, alla Madonna del Rosario e al Sacro Cuore. Nella navata di sinistra è conservata la pala di San Giorgio Martire realizzata verso il 1557 dal pittore udinese Giacomo Secante. Nell’altare di San Ermacora si trova invece la copia della pala dedicata al Santo e alla Trinità realizzata nei primi anni dell’Ottocento dal pittore Giovanni Domenico Molinari. Nella navata destra sono presenti tre piccole pale risalenti al 1700 e recuperate dalla Chiesa di Santa Margherita, posta al centro di un antichissimo accampamento rurale sulla sponda opposta del torrente Corno, e completamente distrutta alla fine dell’Ottocento. L’archivio parrocchiale inoltre raccoglie secoli di documenti antichi, di registri, di annotazioni dei parroci che testimoniano il forte legame della comunità con la propria chiesa e il proprio territorio.