La sua vita, se riassunta, pare un romanzo! All’indomani dell’Armistizio, a 20 anni, è entrata nella Brigata Osoppo, con il nome di battaglia di Renata, come staffetta partigiana e informatrice, attività che l’ha portata a compiere un viaggio ad alto rischio fino a Firenze per consegnare documenti riservati agli Alleati. È stata poi addestrata dalle forze britanniche all’uso del paracadute ed è stata la prima donna italiana a effettuare un lancio in guerra. Azioni che le sono valse, nel 1957, il conferimento della Medaglia d’Oro al valor militare. Lei è Paola Del
Din, 101 anni compiuti ad agosto, e in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione le abbiamo chiesto di ricordare dov’era il 25 aprile del 1945.
«Ero a Udine – racconta – ma qui non c’era liberazione. Il Friuli venne liberato a inizio maggio. Rientrando in città da una missione a Buia, ho visto arrivare da viale Venezia la colonna dei carri armati alleati che si recavano in centro dove era già riunito il nuovo Consiglio comunale e dove c’erano già anche degli ufficiali titini che intendevano prendere il comando anche a Udine. Per fortuna il capitano Patrick Martin Smith, presente all’incontro, affermò il diritto degli Alleati occidentali per questa zona».
Oggi c’è un bisogno reale di pacee di unità. Tuttavia, prevale l’impressione che si sia perso il senso della Memoria.
«È vero ed è proprio per quello che la situazione è divenuta così gravosa e pericolosa: evidentemente troppa gente non ha imparato la lezione della Storia degli Anni ‘30 e seguenti, oppure se ne è dimenticata».
Se oggi potesse incontrare la giovane “Renata” cosa le direbbe alla luce di tutto ciò che ha fatto e di ciò che è stata la sua vita dopo la fine della guerra?
«La mia vita è stata piuttosto variegata e ricca di interessi. Ritengo che si debba sempre fare, col massimo impegno e con tutte le proprie forze, ciò che si rende man mano necessario, in guerra e in pace, nella vita pubblica e in famiglia. Questo è ciò che direi a un’ipotetica giovane Renata».
Come appartenente alla Brigata Osoppo ha qualche rimpianto?
«Ho il rimpianto di non aver pensato di richiedere una conferma al comando dopo che mi si era presentato un uomo in borghese, qualificandosi però come ufficiale inglese. Mi propose di scegliere tra due missioni ugualmente destinate al Friuli, una inglese e l’altra italiana. Dato che allora non parlavo inglese scelsi quella italiana che, però, ebbe tanti problemi di volo tanto che riuscii a lanciarmi solo in aprile, pur avendo promesso alla mamma che sarei rientrata in novembre. La missione inglese arrivò regolarmente a novembre».
La versione integrale dell’intervista con Paola Del Din, a firma di Marta Rizzi è disponibile sul numero de La Vita Cattolica del 24 aprile 2025.