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Economia

A 28 mila pensionati in più la «quattordicesima» nel 2017

Lo prevede la Finanziaria del governo Renzi per coloro che hanno un assegno tra i 753 e i 1.004 euro mensili. Per i 50 mila che in Friuli-V.G. guadagnano di meno e avevano già la 14ª, ci sarà un incremento stimato tra i 60 e i 100 euro. Comprese tutte le pensioni da lavoro, escluse tutte le assistenziali.

Saranno 78 mila, 28 mila in più rispetto a oggi, i pensionati del Friuli-Venezia Giulia che nel 2017 riceveranno la cosiddetta “quattordicesima”. Questo l’effetto più immediato e tangibile prodotto dal tavolo nazionale Governo-sindacati, che sul tema specifico prevede l’innalzamento da 9.787 a 13.049 euro lordi annuali, pari rispettivamente a 753 e 1.004 euro mensili, del tetto di reddito al di sotto del quale è riconosciuto il bonus annuale introdotto nel 2007 dal Governo Prodi. La stima è stata effettuata dalla Cgil e dal Sindacato pensionati italiani (Spi) Friuli-Venezia Giulia sulla base dei dati del casellario centrale pensionati Inps, tenendo conto dei predetti limiti di reddito, dei requisiti di età, fissati in 64 anni compiuti, e delle tipologie di pensioni ai cui titolari è riconosciuta la somma aggiuntiva, che comprendono tutte le pensioni da lavoro (comprese quelle di reversibilità e di invalidità ordinaria) ed escludono i trattamenti assistenziali (assegni e pensioni sociali, prestazioni di invalidità civile, indennità Inail, pensioni di guerra).

All’attuale platea di 50 mila beneficiari, se ne aggiungeranno ulteriori 28 mila, gli over 64 compresi nella fascia di reddito che va dai 750 ai 1.000 euro mensili, che nel 2017 si vedranno riconoscere la quattordicesima agli attuali importi. L’importo aggiuntivo che verrà erogato nel luglio 2017 ai nuovi beneficiari sarà quindi di 336, 420 o 504 euro a seconda della loro anzianità contributiva (sotto i 15 anni, 15-25 anni o superiore ai 25 anni). Per chi già gode della quattordicesima, invece, è previsto un incremento del trattamento che deve essere ancora definito al tavolo con il Governo, ma che in base alle dotazioni previste si può stimare nella forbice 60-100 €. «Finalmente una boccata di ossigeno per i tanti pensionati di reddito medio-basso che hanno subito negli anni una costante riduzione del proprio potere d’acquisto», commenta il segretario regionale dello Spi-Cgil Ezio Medeot, rimarcando però «che il tavolo prosegue e dovrà portare nuovi interventi sia sul tema della rivalutazione delle pensioni sia sul fronte del fisco, dopo l’estensione della no tax area a 8.125 euro».

Tanti i nodi che restano da sciogliere. Su tutti, sottolinea il segretario generale della Cgil Friuli-V.G., Villiam Pezzetta, quelli relativi all’anticipo pensionistico e ai lavoratori precoci. «La Cgil – dichiara Pezzetta – ha espresso da subito la propria contrarietà sullo strumento dell’Ape, così come è stato presentato dal Governo. Di positivo c’è che è stato riconosciuto che non tutti i lavori sono uguali, e che i cosiddetti precoci, quelli che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni, devono avere un percorso di uscita senza penalizzazioni. Il giudizio sarà pertanto condizionato alle soluzioni finali che verranno individuate su questi temi e in particolare sull’Ape agevolata, lo strumento che dovrà azzerare o ridurre i costi dell’anticipo per alcune categorie disagiate: disoccupati privi di ammortizzatori, addetti a mansioni usuranti, lavoratori con carichi familiari gravosi. Senza dimenticare la grande questione del futuro pensionistico dei giovani, penalizzati dalla disoccupazione e dalla precarietà del lavoro. Solo se verranno individuate soluzioni concrete su questi temi potrà dirsi raggiunto l’obiettivo prioritario del tavolo: quello di rendere meno rigida una riforma, la legge Fornero, che ha determinato effetti pesantissimi non soltanto sui lavoratori prossimi alla pensione, ma anche sull’occupazione giovanile».

La platea dei beneficiari in Regione aumenterà del 56%. Boccata d’ossigeno per redditi bassi

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