Martedì 3 ottobre la presentazione ufficiale della comunità dei padri di Betania ai fedeli
Fr. Aby Abraham, fr. Job Daniel e fr. Reji Simon, rispettivamente di 46, 39 e 36 anni. Sono tre monaci indiani della Congregazione dell’Imitazione di Cristo, detta “di Betania”, i nuovi custodi del Santuario della Madonna Missionaria di Tricesimo. Martedì 3 ottobre alle 17 la comunità sarà presentata ufficialmente ai fedeli dall’arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato.
I “padri di Betania” si stabiliranno a Tricesimo raccogliendo idealmente il testimone dal padre stimmatino Giuliano Melotto, spirato martedì 12 settembre all’ospedale di San Daniele e che dal 2013 aveva retto il Santuario celebrando la S. Messa e assicurando il sacramento della Confessione, la stessa animazione spirituale a cui sono chiamati, ora, i tre religiosi indiani.
L’incontro tra la Congregazione dell’Imitazione di Cristo e l’Arcidiocesi di Udine è avvenuto in Etiopia, nella diocesi di Emdibir, gemellata con la Chiesa udinese. Dopo alcuni contatti con volontari friulani, l’Arcidiocesi udinese ha accolto il desiderio dei missionari indiani di aprire una comunità in Italia. Quella di Tricesimo sarà quindi la prima comunità italiana di questa Congregazione, nonostante il padre superiore, fr. Aby Abraham oic, già da due anni viva a Roma, studiando alla Pontificia Università Lateranense.
La Congregazione dell’Imitazione di Cristo, detta “di Betania”
La Congregazione sorse nel 1919 in seno alla Chiesa ortodossa siro-giacobita (detta anche Chiesa ortodossa giacobita siro-malankarese), grazie all’opera del fondatore Geevarghese Panicker (1882-1953). Egli fondò un ordine religioso sul modello delle congregazioni cattoliche, al fine di elevare la vita spirituale del clero giacobita. Panicker adottò anche alcuni elementi dalla vita religiosa hindu.
Nel 1930 il fondatore si convertì al cattolicesimo e la Congregazione dell’Imitazione di Cristo lo seguì, venendo riconosciuta come congregazione religiosa interdiocesana (si sviluppava, infatti, in due Diocesi indiane). Le sue costituzioni vennero riviste e approvate dalla Santa Sede nel 1954. L’istituto divenne di diritto pontificio con il decreto emesso il 14 aprile 1966 dalla Congregazione per le Chiese Orientali, da cui giuridicamente dipende. In definitiva, si tratta di una caratteristica particolare di questa Congregazione: è cattolica ma con una forma di spiritualità orientale. Alla sua nascita, infatti, la Congregazione dell’Imitazione di Cristo faceva parte della Chiesa siro-malankarese, ortodossa di rito siriaco-antiocheno (o siro occidentale), nata in India.
La Chiesa siro-malankarese afferma di essere ereditaria dell’evangelizzazione dell’India (in particolare del Kerala, la regione sud-occidentale) perpetrata dall’apostolo San Tommaso. In seguito alla conversione al cattolicesimo del suo fondatore, e all’approvazione da parte della Santa Sede, la Congregazione dell’Imitazione di Cristo è tornata in comunione con Roma, assumendo il titolo di “Cattolica”. I monaci di Tricesimo celebreranno in rito romano.
Lo specifico carisma della Congregazione dell’Imitazione di Cristo si traduce proprio nell’imitare e seguire Gesù nella sua vita di preghiera e di azione e si traduce in attività di evangelizzazione, predicazione di ritiri, pastorale parrocchiale, educazione, servizio nel sociale e attenzione alla salute. La Congregazione conta oggi missioni anche in America, Germania, Svizzera ed Etiopia.
La sigla dei membri della congregazione è OIC (dall’inglese Order of the Imitation of Christ).
Fr. Daniel Job
Foto di apertura: Tricesimo, Santuario della Madonna Missionaria