Polemiche da parte delle organizzazioni omosessuali: le celebrazioni delle unioni civili solo all’ufficio anagrafe e dal lunedì al venerdì
Le unioni civili al Comune di Trieste non potranno essere celebrate nella stessa sala dei matrimoni. Lo ha deciso l’amministrazione comunale stabilendo che queste potranno essere celebrate solo nella Sala 101 dell’Ufficio Anagrafe e negli orari di ufficio, dal lunedì al venerdì. La decisione ha scatenato una forte polemica, a cominciare dalle coppie che hanno già chiesto di essere unite civilmente. E’ il caso di Davide Zotti e Claudio Bertocchi, insieme da 19 anni, che si rifanno alla legge Cirinnà quando per quanto riguarda “le disposizioni che si riferiscono al matrimonio” e le parole “coniuge”, si intendono applicabili anche a chi si unisce civilmente. E parlano di “atto discriminatorio”. L’assessore comunale ai Servizi al cittadino, Michele Lobianco, distingue i matrimoni dalle unioni civili, “per i quali ci sono atti preposti”. Gli fa eco il capogruppo alla Camera della Lega Nord e segretario FVG, Massimiliano Fedriga, per il quale “l’unione civile non è il matrimonio: giusto quindi distinguere bene le due cose.” Di tono completamente diverso l’Arcigay, che ha già preso contatto con la Prefettura di Trieste per contestare la decisione del Comune, e le forze politiche di opposizione. Per la segretaria FVG del Pd, Antonella Grim, “il centrodestra riporta la città al Medioevo e antepone l’ideologia alla legge”. L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Marco Zullo parla di “ostruzionismo per tenere alto il vessillo della famiglia tradizionale di fronte a elettorato cattolico e conservatore”. Nel resto della regione, se Gorizia non ha ancora affrontato l’argomento, Udine e Pordenone, come già accaduto a Bologna, Milano e Torino, equiparano il trattamento delle funzioni delle unioni civili a quelle del matrimonio.