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La clausura? «Irradiazione silenziosa d’amore». Ad Attimis il «Sì» per sempre di suor Angelica

Sabato 24 agosto, nella chiesa del Monastero delle Clarisse di Attimis, dedicato a Santa Maria degli Angeli, si è celebrato un evento profumato di eternità.

La S. Messa presieduta dall’arcivescovo mons. Riccardo Lamba era rivestita di un accento tutto particolare: sr. Angelica pronunciava il suo «Sì» a Dio, consacrandosi a Lui per sempre con la professione solenne.

Se la storia, anche la nostra semplice storia quotidiana, è il luogo teologico nel quale il Mistero trascendente si fa visibile a noi, questo «Sì» è la piccola risposta di una creatura sulla quale Dio dall’eternità ha posato lo sguardo, legandola a sé. Ecco, sabato 24 agosto si è vissuta la concreta storica risposta ad uno sguardo di amore totalmente gratuito, nato nelle profondità di Dio.

9 anni di preparazione, preghiera e discernimento

41 anni, di origine molisana, un passato da infermiera a Trieste, dopo 9 anni di vita nel monastero di Attimis, vita di preparazione, di studio, di discernimento e, soprattutto, di preghiera nascosta e silenziosa, suor Angelica ha accolto il dono ineffabile della consacrazione professata per sempre davanti alla comunità delle Clarisse di cui fa parte e alla Chiesa lì presente rappresentata da mons. Lamba che l’ha pubblicamente interrogata per verificare il suo libero e consapevole desiderio di abbracciare una vita sponsale e totalmente in clausura mediante i voti di povertà, castità e obbedienza.

Al Monastero di Attimis 27 suore Clarisse

Attualmente le suore che vivono nel monastero di Attimis sono 27, la più giovane ha 26 anni, la più anziana 70. Cosa le muove verso questa scelta così radicale? «Nel cuore pulsante della Chiesa-Sposa – spiegano – la clausura è la modalità tipica e adeguata di vivere il rapporto sponsale con Dio in una vita che diviene irradiazione silenziosa d’amore e di sovrabbondante grazia».

La professione solenne

Dopo le domande dell’Arcivescovo per consentire a suor Angelica di esprimere apertamente la sua decisa volontà di consacrarsi a Gesù come sposa, la celebrazione è proseguita con l’invocazione dei Santi mentre suor Angelica era prostrata a terra in segno di completo affidamento a Dio. Era la Chiesa militante che chiedeva l’intercessione di coloro che già siedono al banchetto delle nozze eterne dell’Agnello.

Al termine dell’intenso intercalare invocativo, suor Angelica, in ginocchio dinanzi alla Madre Abbadessa e poste le mani in quelle della Madre, ha proclamato la formula di professione affidandosi, così, con tutto il cuore alla famiglia religiosa delle monache Clarisse. L’Arcivescovo ha poi invocato la Benedizione solenne del Signore su di lei, le ha consegnato l’anello, segno dell’unione sponsale, totale, appassionata con Gesù e, infine (segno che ha colpito l’attenzione dei presenti) le ha posto sul capo una corona di spine, a richiamare il Suo Sposo crocifisso.

«L’Amore è principio di somiglianza: chi decide di dare tutto a Gesù, finisce per condividere la Sua sorte, la Sua passione in favore dei fratelli», chiariscono le Clarisse.

La celebrazione è proseguita con la consacrazione eucaristica e la partecipazione di tutti al banchetto sponsale. Infine, un piccolo gioioso momento fraterno per tutti, nel parlatorio del Monastero, per festeggiare insieme gli Sposi. «A laude de Christo Jesu! Amen».

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