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Cronaca

Allarme, il granchio blu spopola in mare, dopo aver divorato la laguna

L’allarme dei pescatori: «Dopo mezz’ora che abbiamo calato le reti ne peschiamo anche 30-40, e per ogni granchio sulla rete c’è un grande buco».

I primi esemplari di granchio blu si sono visti, nelle nostre lagune e golfi, ancora nel 2019. Ma in queste settimane stanno prolificando. Il crostaceo proveniente dai mari atlantici del Nordamerica, arrivato nei nostri mari al seguito delle navi, si divora letteralmente le vongole e le cozze. E procura danni pure alle reti. Si tratta, insomma, di una delle tante specie aliene che hanno trovato dimora, più o meno fissa, nelle nostre acque.

«In alcune zone a causa del granchio blu non riusciamo proprio a pescare, perché dopo mezz’ora che abbiamo calato le reti ne peschiamo anche 30-40, e per ogni granchio sulla rete c’è un grande buco» protestano i pescatori di Marano.

Un soggetto di granchio blu vive mediamente tre, quattro anni, una femmina di granchio blu depone dai 7/8 milioni di uova. «Voi capite che esponenzialmente, quando si dice “fa figli come i conigli, non si può più dire, devi dire “fa figli come il granchio blu” perché questa è la verità», sorrideva, in questi giorni, il presidente veneto Luca Zaia, dove il granchio blu è davvero un’emergenza. Un sorriso di allarme, dunque, quello di Zaia. «È vero che noi ci ritroviamo il mare impazzito dalla presenza dei granchi blu. Quanti sono? Dico solo che nel mese di agosto abbiamo superato le 100 tonnellate, quest’anno abbiamo già superato le 400 tonnellate da gennaio, ma quello che era un recupero nelle nasse, nelle reti, fortuito, casuale di qualche granchio, oggi si trasforma reti piene. A Marano, come a Venezia, il granchio entra in laguna, trova le nasse per la cattura delle orate, dei branzini, taglia le reti e si mangia il pesce che c’è dentro. Il Governo è stato attento, ha già stanziato 3 milioni di euro, non bastano, ma aiutano ad affrontare il problema, adesso ovviamente ci vuole il colpo di reni, dopo di che anche qui la bacchetta magica non c’è. Si tratta di una specie aliena che si diffonde in maniera preoccupante, io spero che la natura ci dia una mano, adesso c’è questo aspetto inspiegabile che le femmine che erano in laguna di Venezia vanno in mare e questo ci preoccupa ancora di più perché. Se comincia a proliferare anche in mare in maniera importante, il discorso diventa ancora più complicato», sottolinea ancora il presidente veneto.

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