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Commento al Vangelo

«Amerai il Signore tuo, amerai il prossimo tuo»

Dal Vangelo secondo Marco Mc 12, 28b-34

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore.

Commento al Vangelo del 3 novembre 2024,
XXXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

A cura di don Michele Sibau

Le letture che la XXXI Domenica del Tempo Ordinario dell’anno B presenta alla nostra riflessione, ci offrono degli insegnamenti preziosi sul nostro vivere da cristiani, sull’amore verso Dio e verso il prossimo: la regola d’oro, per tutti gli uomini di ogni tempo, è sempre nuova e sempre da rinnovare. Amare Dio e amare il prossimo costituiscono il grande programma della nostra vita cristiana, la principale regola attorno alla quale ruota tutto il nostro essere. Il nostro amare Dio si deve tradurre nella carità fraterna verso tutti, solo così saremo cristiani veri, capaci di testimonianza.

Il libro del Deuteronomio ci ha presentato il tema dell’ascolto, il famoso “Shemà, Israel”, “Ascolta, Israele”, un invito ad ascoltare la voce di Dio che continuamente si rivolge al suo popolo. “Ascolta, Israele”, tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze. Questi precetti ti siano fissi nel cuore. Il credente è chiamato ad ascoltare Dio e a riconoscerne la presenza nella vita di ogni giorno. È chiamato a fissare i suoi precetti nel cuore, a custodirli per illuminare le sue scelte all’insegna del vero bene, orientando al meglio le proprie capacità.

Fa da eco a questa splendida lettura la pagina del Vangelo (cfr. Mc 12,28-34). Il brano riprende lo “Shemà, Israel” con un’aggiunta di Gesù: Ascolta Israele! Amerai il Signore tuo Dio, amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questo.
Intuiamo che dall’ascolto e dall’aver interiorizzato nel cuore la Parola di Dio scaturisce spontaneo l’amore per il prossimo.

Sempre il testo evangelico racconta di uno scriba che, spinto dalla sapienza di Gesù gli si avvicina e gli chiede quello che gli sta più a cuore: “Qual è il primo di tutti i comandamenti ?”, ossia, qual è il centro della legge, il comando che permette di unificare tutto, dando la possibilità di vivere nella volontà di Dio? Nell’unico comandamento che Gesù ci dona sono due i contenuti che non si possono dividere: amare Dio e amare il prossimo. Per chi vuole seguire Gesù queste due realtà sono essenziali, il primo comandamento non si può capire se non si capisce il secondo.

Il prossimo per Gesù non è semplicemente il connazionale come prescriveva la Legge ma è ogni uomo.
Come comunità di cristiani siamo chiamati ad essere uniti. Questa unità di amore deve partire innanzitutto dal rapporto con noi stessi per poi estendersi alle nostre famiglie e a tutti quelli che incontriamo sul nostro cammino.
La carità, l’amore fraterno che deve essere presente nelle nostre comunità, non è un semplice andare d’accordo in modo generico, ma un amare con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, perché queste sono le tre dimensioni fondamentali dell’essere umano: la dimensione affettiva, quella razionale e infine la dimensione operativa, dell’agire. Capiamo allora, come deve essere il nostro amore: non può ridursi solo ad un affetto passeggero, ad un buon proposito. No, questo non è l’amore cristiano.
Se si ama davvero Dio, allora questo amore deve diventare anche la misura di quello verso il nostro prossimo.

don Michele Sibau

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