Ci sono anche 2 friulani tra le 20 vittime dell’attentato dell’Isis a Dacca. Cristian Rossi, 47 anni, e Marco Tondat, 39 anni, di Cordovado
Ci sono anche due friulani tra le 20 vittime dell’attentato dell’Isis a Dacca. A Feletto Umberto, dove l’uomo abitava con la famiglia, la notizia si è diffusa già questa mattina. La vittima, Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore, sposato e padre di due gemelline di 3 anni, era stato manager alla Bernardi. Dopo alcuni anni si era messo in proprio. Era in Bangladesh per motivi di lavoro. Tra le vittime c’è anche Marco Tondat, un giovane imprenditore nel settore tessile, di Cordovado. In tutto le vittime italiane sono nove: con i due friulani anche Adele Puglisi, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Claudio Cappelli e Simona Monti.
L’attentato è avvenuto alle ore 7.30 locali (1.30 della notte in Italia) in un noto ristorante della capitale bengalese. Dopo l’assalto da parte dei miliziani, la presa di ostaggi e poi il blitz della polizia. Sul terreno sono rimasti 20 viitme. Dentro all’Holey Artisan Bakery di Dacca al momento dell’attacco dei jihadisti c’erano undici italiani. Solo di uno si hanno notizie, per cui si temono fino a dieci vittime italiane. «C’erano due tavoli – ha detto il sopravvissuto, Gianni Boschetti, riuscito a scappare nelle prime fasi dell’attacco – uno al quale ero seduto con mia moglie e un cliente, e un altro con altre sette-otto persone».
L’attacco al locale è si concluso con il blitz delle forze speciali bengalesi, scattato alle 7 e 40 ora locale, le 3 e 40 del mattino in Italia. Oltre un centinaio di uomini del Battaglione di azione rapida hanno assaltato il ristorante, dove si erano asserragliati dai sette ai dieci terroristi. Fra i 13 ostaggi liberati ci sarebbero un giapponese e due cittadini dello Sri Lanka. «Molte delle vittime all’interno del caffè di Dacca sono state uccise dagli assalitori con lame affilate», ha riferito il generale Nayeem Ashfaq Chowdhury durante un briefing con i giornalisti. L’attacco delle teste di cuoio è durato una decina di minuti, durante fra raffiche di fucili automatici ed esplosioni. La polizia, secondo i media locali, ha detto di aver salvato 18 ostaggi, aver ucciso 5 terroristi e di averne arrestati altre 2. Ma il blitz “non è ancora finito” perché le teste di cuoio devono ancora bonificare la zona e individuare altri eventuali jihadisti nascosti. Dentro il locale, ha detto una fonte di polizia, c’erano “5 o 6 cadaveri”. Ma non è chiaro se si riferisce ai terroristi abbattuti o a civili uccisi. Fra gli ostaggi c’erano sette italiani, come ha spiegato nella notte l’ambasciatore italiano a Dacca, Mario Palma. Fra le vittime dell’attacco ci sono sicuramente due agenti polizia. Almeno 11 i feriti, alcuni gravissimi. Chi sapeva recitare versi del Corano è stato risparmiato dai jihadisti, gli altri sono stati torturati, secondo quanto scrive il quotidiano bengalese Daily Star, citando il racconto degli ostaggi tratti in salvo dal caffè di Dacca assaltato dall’Isis.
Il premier Sheikh Hasina ha parlato di vittime anche “fra gli ostaggi”. Anche il governo giapponese non è riuscito a ristabilire i contatti con sette cittadini che erano nel ristorante. Un ufficiale di polizia, che ha chiesto di restare anonimo, ha detto al sito locale che gli ostaggi stranieri “sono stati sgozzati”.
Gli ex colleghi di Rossi: “Lavoratore esemplare”
”Un gran lavoratore, estremamente preciso e competente. Pronto a trovare sempre il lato positivo delle cose”. E’ così che gli ex colleghi ricordano Cristian Rossi, l’imprenditore friulano ucciso nell’attacco terroristico a Dacca. Per anni aveva lavorato per la Bernardi come buyer proprio in Bangladesh, dove aveva il compito di comprare la merce e seguire i fornitori. E proprio grazie all’esperienza maturata, quando il gruppo tessile friulano aveva cessato l’attività, si era messo in proprio avviando con un collega un’attività di importazione di capi di abbigliamento realizzati nelle fabbriche di Dacca per conto di aziende italiane del settore tessile. ”Era una persona di spirito, anche nei momenti più difficili riusciva sempre a fare la battuta per sdrammatizzare le situazioni e fare gruppo”, lo ricorda il segretario provinciale della Filcams Cgil di Udine, Francesco Buonopane, che aveva avuto modo di conoscerlo durante i delicati momenti della vertenza sindacale della Bernardi. ”Il nostro cordoglio va a tutte le vittime del terrorismo e ancor di più alla famiglia Rossi a cui rivolgiamo un ideale abbraccio”.
Il cordoglio del premier Renzi
«Siamo come una famiglia che ha subito una perdita dolorosa ma non la daremo vinta a loro, noi siamo più forti delle loro follie», ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi parlando da Palazzo Chigi. «Abbiamo seguito tutta la notte gli eventi sperando in esiti diversi. Ora un velivolo della Presidenza è in volo» verso Dacca, ha aggiunto Renzi in una dichiarazione sull’attacco terroristico in Bangladesh spiegando che «notizie ufficiali» verranno date prima alle famiglie delle vittime. Questa sera la Nazionale azzurra di calcio giocherà con il lutto al braccio contro la Germania per commemorare le vittime italiane della strage terroristica.