Entro il 2050 gli over 65 sono destinati a passare dall’attuale 24,1% della popolazione al 34,4%. Una prospettiva che appare insostenibile per il nostro sistema sanitario. La soluzione non è aumentare la spesa, ma puntare sulla prevenzione e gli stili di vita sani. Lo sostiene il professor Luigi Fontana, scienziato dell’Università di Sidney, uno dei massimi esperti internazionali in tema di longevità e invecchiamento dell’uomo. All’Università di Udine, sulla base di dati scientifici ha spiegato che un regime di restrizione calorica e una quotidiana attività fisica consentono di diminuire le malattie croniche e i ricoveri del 50%.
Il prof. Fontana è uno dei massimi esperti internazionali in tema di longevità e invecchiamento dell’uomo. Le ricerche che conduce da 30 anni tra Europa, Usa e, da sei anni, Australia, e che gli sono valse prestigiosi riconoscimenti, vertono proprio sul ruolo essenziale di una sana alimentazione e dell’esercizio fisico nel rallentare i processi d’invecchiamento e nel prevenire molte delle più comuni patologie croniche. «Se negli ultimi 150 anni siamo riusciti a raddoppiare l’aspettativa di vita delle persone – ha voluto precisare all’inizio della sua relazione il professore – è grazie a importanti scoperte, dall’insulina agli antibiotici, di cui dobbiamo essere fieri. Tuttavia – ha aggiunto – un effetto di ciò è che la popolazione sta invecchiando – in Italia nel 2022 gli over 65 erano il 24,1%, nel 2050 saranno il 34,4% – e sta invecchiando non molto bene: nel 2018 il 90% degli over 65 aveva una malattia cronica, il 65% addirittura due. Tante patologie – a partire dai tumori – si stanno allargando. E questo aumenta il carico di spesa sulla società, passato in Italia dai 68 miliardi del 2000 ai 131 del 2023, impegnando l’80% del budget delle Regioni. Numeri che peggioreranno».
Sul numero di Vita Cattolica in edicola questa settimana un ampio servizio di due pagine in cui il prof. Fontana racconta le sue ricerche e spiega gli stili di vita sani.