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Chiesa

Bagnasco a Udine agli Istituti teologici

Sarà inaugurato venerdì 17 novembre alle 17.30, nella sala Scrosoppi del Seminario arcivescovile di Udine, l’Anno accademico 2017/18 degli Istituti teologici interdiocesani. La prolusione – che sarà incentrata sul legame tra Cristianesimo e casa comune europea – è affidata al cardinal Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e già presidente, dal 2007 al 2017, della Conferenza episcopale italiana. 

Cristianesimo e casa comune europea saranno al centro dell’inaugurazione del nuovo Anno accademico degli Istituti teologici interdiocesani che si terrà venerdì 17 novembre alle 17.30 a Udine nella Sala Scrosoppi del Seminario arcivescovile (in viale Ungheria, 22). A tenere la prolusione su questo legame, quanto mai attuale, sarà il card. Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e già presidente, dal 2007 al 2017, della Conferenza episcopale italiana.A spiegare le ragioni della scelta di questo tema è il direttore dell’Istituto superiore di Scienze Religiose «Santi Ermagora e Fortunato», don Federico Grosso. «La rilevanza e l’utilità della riflessione teologica cristiana davanti alle sfide che la storia e la cronaca di oggi ci pongono – spiega – ci hanno sollecitati a invitare il presidente dei vescovi europei». Parole che lasciano intendere anche la decisione di dare all’Issr una dimensione interdiocesana con l’accorpamento di Trieste e l’aggiunta di un servizio anche per la Diocesi di Gorizia. «Ci troviamo – evidenzia infatti don Grosso – in un contesto geografico particolare. «La nostra è una terra bella e interessante, non sempre facile da capire. È una terra di identità, di autonomie, di confine, con differenze storiche, pluralità e minoranze linguistiche slovene e tedesche, oltre che la lingua friulana. Le due arcidiocesi di Udine e di Gorizia, nate dallo smembramento del patriarcato di Aquileia, sono state messe a capo di due mondi diversi: la prima raccolse i territori sotto l’influenza veneziana, la seconda quelli dell’impero austro-ungarico. Giovanni Paolo II aveva proposto il ruolo del Friuli Venezia Giulia come una regione-ponte e questo noi lo viviamo sulla nostra pelle con la presenza di studenti provenienti da tutte queste diverse realtà». E chiaramente c’è il punto di vista ecclesiale. «Ad accomunarci – continua il direttore dell’Issr – c’è il pensare i nuovi assetti dell’essere Chiesa nel prossimo futuro. A Udine il problema è più spiccato, a Gorizia e Trieste forse un po’ meno, ma di fronte alla carenza di clero ci chiediamo: l’obiettivo è coprire tutte le parrocchie scoperte o piuttosto varare un nuovo modo, un po’ più corresponsabile, di essere Chiesa? In questo contesto la formazione dei laici ha un ruolo centrale, delicatissimo, e di conseguenza anche l’Issr».Dunque proprio sulla spendibilità dell’Issr sul versante pastorale, sarà concentrata la riflessione perché, se è vero che la maggior parte dei frequentanti l’Istituto sono i futuri insegnanti di religione –  e questo rimane lo zoccolo duro degli allievi –, un dato altrettanto evidente è che cresce la necessità di rispondere all’urgenza ecclesiale e sono in molti a frequentare i corsi per offrire nelle proprie comunità un servizio di questo tipo. A frequentare l’Istituto c’è anche chi non ha nessuna vicinanza con il mondo ecclesiale. «Si tratta di un dato – spiega don Grosso – che riguarda tutte le nostre realtà e fa pensare a una teologia che sempre più abbia rilevanza, che possa entrare nel dialogo con le altre istanze culturali. All’Istituto vengono persone che sentono molto forte la curiosità, la propensione ad approfondire, la voglia di conoscere, di avere la risposta a domande riguardanti la fede, la morale, il Vangelo, il cristianesimo. Ma basta guardare anche nei nostri piccoli paesi e si coglie che la gente ha fame e sete di capire meglio il Vangelo, molti si rendono conto della loro “ignoranza religiosa” e cercano qualcosa che possa essere utile per la vita di ogni giorno. Sono tutte cose su cui la teologia non deve smettere di riflettere».I corsi all’Istituto Superiore di Scienze religiose – che in oltre 25 anni di attività ha visto la frequenza di 900 allievi – si articola in tre anni per la Laurea in Scienze Religiose e altri due anni per la Laurea Magistrale in Scienze Religiose in uno degli indirizzi specialistici: pedagogico-didattico; pastorale-catechetico-liturgico; antropologico-culturale. Il programma dell’inaugurazione prevede, dopo il saluto delle autorità, l’intervento dell’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, a seguire la lectio magistralis del  card. Angelo Bagnasco. Alle 19.15 circa, la consegna dei diplomi di laurea e degli attestati del Premio Canciani alle migliori tesi presentate nell’anno 2016-2017.

Inaugurazione dell’anno accademico

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