Attraverso decine di immagini un nastro dei ricordi che si riavvolge per racchiudere un quarto di secolo in cui profonda amicizia e stima reciproca hanno fatto scrivere pagine che resteranno nella storia sportiva. Locale e non solo. Con questo intento è nato il libro “Buja & Enzo Cainero. 25 anni di passione condivisa”, ideato, proposto e realizzato da Roberto Bortolotti, già presidente della Ciclistica Bujese e da una vita, instancabile, sulla due ruote. Un progetto dedicato a colui che ha portato il “Giro d’Italia” in Friuli-Venezia Giulia (e non solo) subito accolto dall’Amministrazione comunale di Buja che, fresco di stampa, sarà presentato martedì 30 luglio, alle 18.30, nella sala consiliare della cittadina.
E sarà di certo una grande emozione per tutti coloro che Enzo Cainero lo hanno conosciuto – di persona o attraverso le sue iniziative –, la stessa che ha accompagnato l’autore nella ricerca certosina di fotografie che tracciassero cronologicamente il ricordo di una persona che con Buja e i bujesi aveva instaurato un rapporto speciale: di stima, collaborazione, condivisione di passioni e vedute, oltre a una profonda amicizia. Lo rimarca la sindaca della cittadina, Silvia Pezzetta, nell’introduzione al volume. «Un omaggio – sono le sue parole – quello che riserviamo a questo straordinario esempio di friulanità, che non vuole essere solamente l’elogio per un grande organizzatore – che ha saputo con le sue tante sfide vinte scrivere la storia sportiva della nostra regione –, ma anche il ricordo di una persona che ha trascorso tanto tempo tra le nostre colline, dove aveva amici sinceri e tornava con molto piacere». Tra questi di certo anche Marco Zontone, vice sindaco e soprattutto ex ciclista plurimedagliato che assieme a Flavio, padre del campionissimo Jonathan Milan, nel 2005 ha fondato la squadra Jam’s Bike Team Buja (culla di numerosi campioni odierni della due ruote). «Enzo era un consigliere, un visionario, … lungimirante, carismatico…, riusciva a mettere tutti d’accordo per raggiungere obiettivi che potevano, a volte, essere considerati impossibili». E lo ha saputo fare, come evidenzia Paolo Urbani che ne ha raccolto l’eredità nell’organizzazione delle tappe nostrane della “corsa rosa”, anche perché capace «di coniugare l’impegno alto alla costante attenzione per lo sport locale…, capace di comprendere come dietro al grande sport ci sia quello piccolo». Che è poi la storia di Buja, vivaio di grandi campioni della bicicletta. «I più vicini in ordine di tempo – ricorda Urbani – sono Alessandro De Marchi e Milan. Due perle nate dall’impegno di altrettante associazioni alle quali Enzo è stato vicino sempre». Una vicinanza, sottolinea il figlio Andrea Cainero – testimone fin da giovanissimo di molta parte di questi 25 anni di legame con Buja e pure con la borgata di Zeglianutto (in comune di Treppo Grande) – «che è sempre stata forte e autentica».
E sono proprio le parole e i sentimenti di chi ha conosciuto Cainero – lavorandoci a fianco, o semplicemente gustando ciò che ha saputo promuovere in Friuli-Venezia Giulia – che l’autore Bortolotti, con grande pazienza e vigoroso impegno, ha saputo trasporre nelle fotografie scelte per la pubblicazione che, in parallelo, narra anche parte della storia delle due società locali dedite alla due ruote: Ciclistica Bujese e Jam’s Bike Team. E c’è una data in questa storia che segna “l’inizio” del grande legame della comunità di Buja con Cainero. «Nel 1997 la Ciclistica Bujese aveva organizzato ad Avilla il 13° Gran premio “Madone de salut” – racconta l’autore –; tra gli spettatori c’era anche Enzo rimasto entusiasta dell’evento, tanto da proporre di inserire nell’edizione successiva della gara il Memorial “Edoardo Cainero” in ricordo del padre». Da quel momento le radici di un’amicizia indelebile si sono tradotte in due Campionati italiani di ciclocross (1999/2000), due Settimane tricolori (2000/2006), la partenza da Buja del Giro del Friuli 2001, le 15 “Leggendarie” e tante altre manifestazioni sportive. E poi il passaggio di quattro Giri d’Italia (2006, 2014, 2020, 2022) e del Giro d’Italia donne (2016, 2018, 2019). E come non ricordare anche, nel 2014, il grande tributo a De Marchi, risultato il miglior combattente del Tour, e nel 2021 la festa rosa sempre per il “Rosso di Buja”. «Tante pedalate, tante collaborazioni, tante feste – sono parole dell’autore –, ma anche tanta solidarietà nei momenti difficili, perché Enzo, oltre a un indimenticabile amico, è stato uomo di qualità umane superlative».
E l’omaggio del Comune di Buja, attraverso il volume fotografico che “narra” cronologicamente un legame indissolubile, ne è testimonianza.
Monika Pascolo