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Chiesa

Carcere, Cappellani: inedito percorso su “Perdono e Riconciliazione”

In sinergia con l’Uepe quattro incontri sul tema “Perdono e riconciliazione”. D’ora in poi anche colloqui settimanali

Uepe. Una sigla che ai più dice ben poco, se non nulla. L’acronimo sta per Ufficio di Esecuzione penale esterna, si tratta dell’ufficio che – facendo capo al Ministero di Giustizia – ha il compito principale di gestire le misure alternative alla detenzione, dunque affidamento in prova, detenzione domiciliare, semilibertà. L’obiettivo è favorire il reinserimento sociale di persone che hanno ricevuto una condanna definitiva e ammesse alle misure alternative, attraverso percorsi socio-educativi e trattamenti di recupero dei soggetti. A Udine, nelle scorse settimane si è tenuto un particolare esperimento di collaborazione tra questa struttura e i padri vincenziani Lorenzo Durandetto e padre Claudio Santangelo, cappellani rispettivamente delle case circondariali di Udine e di Tolmezzo.

Percorso in quattro tappe

A innescare l’iniziativa è stata la prima visita compiuta proprio dai cappellani all’ufficio Uepe con l’unico intento di un gesto di cortesia e reciproca conoscenza. «Fin da subito però – spiegano i due cappellani – abbiamo constatato, con una certa sorpresa, una grande apertura ed interesse da parte del personale, e in particolare della direttrice, Maria Rita Bonura, ad instaurare con la cappellania penitenziaria dell’Arcidiocesi di Udine una collaborazione nell’opera di accompagnamento e reintegrazione delle persone da loro assistite. E così, in breve tempo, dalle parole si è passati ai fatti. Nel mese di luglio l’ufficio Uepe è stato così la sede di quattro incontri settimanali di formazione sul tema “Perdono e Riconciliazione”». A guidare il percorso proprio i due religiosi che sottolineano il coinvolgimento di partecipanti: una decina di persone, sottoposte ai domiciliari o all’affidamento o in sospensione del procedimento penale. A turno inoltre hanno preso parte agli appuntamenti anche assistenti sociali, educatori e psicologi dell’Uepe. «Il clima degli incontri è stato molto buono – evidenziano –, improntato alla fiducia e alla naturalezza. Il timore che i partecipanti avrebbero avuto difficoltà a parlare e a condividere si è dissolto nel primo incontro! Essi hanno trovato in questo corso uno spazio libero e sicuro nel quale esprimersi in libertà e autenticità».

Nuove basi per ripartire

Significative le risposte date dai partecipanti nella scheda di valutazione del percorso. «Alla domanda “Cosa pensi di aver imparato?” – spiegano – hanno risposto “ripartire accettando me stesso”, “esprimermi con altre persone” e “gestirmi in maniera diversa”. Complessivamente i partecipanti hanno evidenziato come gli incontri siano serviti a dare basi più solide per un nuovo inizio, ma anche per “scrollarsi di dosso un sentimento di rivalsa”».

Nuovi progetti di collaborazione

«Visto il buon esito di questo corso “pilota” – concludono padre Durandetto e padre Santangelo –, insieme allo staff dello Uepe la cappellania penitenziaria ha messo in cantiere un altro corso, da tenersi in autunno su altre tematiche di interesse degli affidatari». Ma c’è di più: dietro esplicito invito della direttrice, i cappellani hanno volentieri dato la loro disponibilità a tenere, sempre nella sede Uepe, colloqui personali a cadenza settimanale con coloro che ne esprimeranno il desiderio». «La cappellania penitenziaria dell’Arcidiocesi è grata a tutti i membri dello Uepe di Udine – si legge in una nota – per tali inedite ed impensate opportunità che ci sono offerte di svolgere il nostro servizio non solo all’interno, ma anche al di fuori delle case circondariali, e attendiamo con entusiasmo le prossime tappe di questa fruttuosa collaborazione».

Anna Piuzzi

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