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Carcere e lavoro, si può. Lo raccontano le persone detenute. Incontro a Udine

“Frontiere e sconfinamenti. Il lavoro in carcere” è il titolo dell’incontro pubblico che si terrà giovedì 20 marzo, alle ore 18, nella Sala convegni della Fondazione Friuli in via Gemona, 1 a Udine per iniziativa del Centro culturale Enzo Piccinini. Introdurrà l’incontro l’avvocato Andrea Sandra, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale per il Comune di Udine, mentre Nicola Boscoletto, socio fondatore e presidente della Cooperativa sociale Giotto di Padova, illustrerà le attività svolte da oltre 40 anni per creare opportunità lavorative di cui hanno beneficiato migliaia di carcerati. All’incontro pubblico interverranno anche alcune persone detenute con esperienza di lavoro in carcere.

Persone detenute al lavoro in carcere, per un call center

Nell’occasione sarà presentato il libro “La Cooperativa sociale Giotto. Una normalità eccezionale” che, per le edizioni Il Mulino. Storie d’imprese, è stato curato dalla professoressa Vera Zamagni dell’università di Bologna.
Come racconta lo stesso Boscoletto, «attualmente la Giotto dà lavoro a oltre 600 persone, tra le quali 100 detenuti operanti sia in carcere che in attività diurne esterne, e da 4 anni ha una sede ad Alcamo, in Sicilia, dove lavorano 40 persone, come carcerati operanti in lavori esterni e diverse persone svantaggiate».

Matrimonio in carcere, momento di festa, Padova

Ma è la professoressa Vera Zamagni a ricordare che la Giotto ha contribuito anche alla rivisitazione della legislazione italiana, ottenendo l’incremento delle possibilità lavorative dei detenuti, ha ispirato la riformulazione dell’organizzazione carceraria brasiliana e ha collaborato all’introduzione delle attività lavorative per i detenuti in un carcere americano.
Flavio Zeni

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