«Se compri in valle, la montagna vivrà» raccomanda una campagna dell’Uncem, l’Unione dei Comuni e Comunità montane. È stata rilanciata in Friuli da Erica Gonano, sindaca di Prato Carnico, e da altri suoi colleghi. Nasce dalla constatazione che la maggior parte dei turisti mordi-e-fuggi si fionda in montagna per fare selfie, magari nei siti più iconici, senza spendere un euro.
Quest’estate, fra l’altro, si è confermata la tendenza ad una consumazione progressivamente inferiore nei bar, ristoranti e pizzerie, specie da parte di chi si concede qualche giorno di vacanza in albergo e, considerati i costi, cerca di risparmiare. Ma tanti pubblici amministratori si sono spazientiti, constatando soprattutto l’invasione, almeno in determinati giorni, di visitatori che non lasciano nel territorio nemmeno un euro, portandosi da casa quanto consumano nei prati, nei parchi, nelle aree da pic-nic, lasciando ovviamente i rifiuti. Ecco, dunque, il dovere della solidarietà, raccomandato anzitutto da coloro che faticano a far tornare i conti (pubblici) sulle terre più alte.
«Acquistare sul territorio, salva i negozi, e i bar, e salva i paesi». 200 in Italia «commercialmente desertificati, 500 a rischio», il messaggio di Marco Bussone, presidente dell’Uncem. «Per questo chiediamo un impegno civico, oltre che sociale ed economico. Un’azione concreta che diventa politica. Personale e comunitaria».
Insiste la sindaca Gonano, con chi visita il suo territorio: «Ogni volta che sali, anche solo per un’escursione breve, una gita, fermati in un negozio del territorio. Nel negozio, nel bar, acquista i prodotti tipici del paese dove ti trovi, da portare a casa – o per la tua escursione, per il tuo pic-nic –. È un segno di vicinanza al territorio e un atto di sostegno all’economia locale. Grazie a quel gesto, la montagna vivrà. Il paese vivrà».