Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
Salute

Cibo sano, canti e preghiera, elisir di lunga vita. Berrino a Udine il 22 febbraio

Il cibo in eccesso è in molti casi assunto come surrogato per mettere a tacere temporaneamente emozioni, percezioni e pensieri che non siamo in grado di gestire e affrontare e mangiamo il più delle volte per stress, mancanza di affetto, solitudine, paura, inerzia, noia. Lo scrive nel suo libro “La via della leggerezza” Franco Berrino, medico, epidemiologo, volto noto anche in tv e maestro riconosciuto della sana alimentazione, che sabato 22 febbraio, alle 10.30, sarà a Udine al teatro Palamostre per un incontro organizzato dall’associazione “4 di gusto”, dal titolo “Medicina da mangiare” (ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria: email: 4digusto@gmail.com – tel. 3479830611).

«Torniamo al cibo vero. Vivremo di più»

«Mangiare male ci fa ammalare», ha anticipato l’epidemiologo ai microfoni di Radio Spazio. Ma invertire la rotta si può. E non si tratta di un’impresa impossibile. Nell’intervista a cura di Valentina Pagani, pubblicata sulla Vita Cattolica del 19 febbraio 2025 e della quale qui proponiamo alcuni brevi estratti, Berrino afferma, tra l’altro che per stare meglio «basta poco! Risultati clamorosi si possono avere anche dopo due sole settimane: ritorna a posto il colesterolo, si abbassa la pressione, ritorna a posto la glicemia. Basta poco per osservare dei benefici. Quindi impegniamoci».

Come? Tornando a mangiare «il cibo vero: i cereali – ma integrali –, i legumi, le verdure, la frutta, noci, nocciole, mandorle». «Decine e decine di studi su centinaia di migliaia di persone mostrano che più il cibo è lavorato per l’industria, più fa male, più ci fa morire. Dobbiamo rendere le persone consapevoli di questo effetto. E proteggere soprattutto i nostri bambini», mette in guardia Berrino.

Lo studio: tra chi va in chiesa, mortalità ridotta di un terzo

Non solo l’alimentazione ma anche la preghiera e il canto influiscono sulla nostra salute, ricorda l’epidemiologo. A dimostrarlo è stato uno studio dell’Università di Harvard fatto su 120 mila infermieri americani, secondo il quale tra chi va in chiesa la mortalità si riduce di addirittura un terzo. «Un elemento affascinante di questo studio è che la protezione è maggiore per le donne afroamericane». Secondo Berrino, verosimilmente questo è dovuto al fatto che le donne afroamericane quando vanno in chiesa cantano. Per cui, incoraggia il medico, «Torniamo a cantare! E in chiesa cerchiamo di fare dei bei canti appassionati!».

Articoli correlati