Secondo gli studi dell’ateneo di Trieste e sulla base delle previsioni di Osmer e Arpa
Temperature in aumento a causa dell’effetto serra anche in Friuli Venezia Giulia, con una previsione che va dai 2 gradi in più entro la fine del secolo, nella migliore delle ipotesi, fino a 5-6 gradi in più alla fine del secolo. Il dato è emerso oggi al convegno sul tema “Il Cambiamento climatico in FVG e l’impatto sulle imprese: adattamento, mitigazioni e nuove tecnologie”, organizzato da Confindustria Udine e promosso dalla Commissione Sostenibilità dell’associazione degli industriali friulani. Un aumento di 2 gradi in Fvg entro la fine del secolo è quanto prevede uno studio presentato al convegno da Maurizio Fermeglia e Andrea Mio dell’Università di Trieste.
“Il Fvg – ha spiegato Fermeglia – è una delle zone più sensibili all’aumento della temperatura globale di un grado e mezzo-due che si è registrato dall’era preindustriale. Stante la presenza ravvicinata di due ‘hot-spot’ come il Mediterraneo e le Alpi, in cui l’aumento della temperatura è destinato a superare i due gradi, gli effetti del riscaldamento saranno probabilmente ancora più drammatici nella nostra regione e fenomeni come incendi, siccità, alluvioni sono dunque destinati a ripetersi con maggiore frequenza e veemenza”.
Fermeglia ha sottolineato che il sistema E-PRTR (European Pollutant Release and Transfer Register), “ci permette di capire, anche nella nostra regione, dove sono le aree dove si emette più CO2, offrendo un supporto sostanziale per decidere dove realizzare impianti per la cattura del C02 e con quale tecnologia”. Andrea Cicogna dell’Osmer Fvg e Stefania Del Frate di Arpa Fvg hanno evidenziato che “anche a livello locale nel migliore dei casi potremmo avere a fine secolo un aumento di 2 gradi, ma nel peggiore di 5 o 6 gradi. Va detto che il cambiamento climatico non è qualcosa che arriverà, ma ce l’abbiamo già in casa”. “Dunque – hanno concluso – una declinazione a livello locale di questi fenomeni è importante anche per il comparto industriale della regione, ma nella convinzione che strategie di mitigazione debbano diventare tasselli di un più ampio quadro di sviluppo sostenibile”.