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Pedemontana

Collalto. Restaurato il fonte battesimale della chiesa di San Leonardo

È datato 1514 il fonte battesimale della chiesa di San Leonardo confessore, a Collalto di Tarcento, a darne conto è l’epigrafe sul basamento, in marmo Rosso Verzegnis. E ora l’antico fonte risplende di nuova luce grazie al restauro appena conclusosi – importante tassello del piano di valorizzazione del patrimonio culturale della parrocchia per l’anno 2023 –, intervento reso possibile dal contributo della Fondazione Friuli nell’ambito del Bando Restauro.

«Il fusto – spiega Tommaso Pascolo, giovane ricercatore tarcentino e curatore anche di un volume che ripercorre la storia della festa collaltese dedicata a Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù – è realizzato in pietra Piasentina e il catino in marmo Nero Timau. La calotta in lega di rame è del 1985, di nuova realizzazione a causa dei danni subiti dal manufatto durante gli eventi sismici del 1976, alla cui memoria sono dedicati gli altorilievi sbalzati su tutto il contorno».

L’urgenza dei lavori era manifesta, dato il precario stato di conservazione dell’opera. L’intervento conservativo, a cura delle professioniste restauratrici della ditta A.Re.Con. soc. coop. di Campoformido e sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli-Venezia Giulia, ha visto l’incollaggio e la stuccatura dei frammenti decoesi del basamento, il consolidamento strutturale del fusto, la pulitura delle patine di degradazione e la protezione con cere dagli inquinanti atmosferici.

«Con grande soddisfazione della comunità, il fonte battesimale è nuovamente fruibile – evidenzia Pascolo –. Grazie al ripristino della staticità del manufatto, operazione fortemente voluta dal compianto mons. Duilio Corgnali, scomparso all’improvviso a gennaio, è ora possibile riprendere le celebrazioni del rito battesimale. Ed è stato proprio sotto la guida di mons. Corgnali, già parroco del paese, che la comunità di Collalto ha avviato e adesso intende far proseguire diversi progetti di salvaguardia delle proprie opere d’arte e di riscoperta delle tradizioni, a dimostrazione di come il patrimonio culturale sia testimonianza della storia e della fede della Chiesa, e di come lo spirito cristiano si concretizzi anche nella sua cura e trasmissione alle generazioni future».

Anna Piuzzi

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