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Opinioni

Contro le “fake news” bisogna piantare semi di pensiero critico

Si svolgerà a Udine dal Si svolgerà a Udine dal 14 al 17 novembre la terza edizione del “Fake News Festival”, il primo e unico festival in Italia dedicato alle fake news, ovvero alle notizie false che sempre più spesso circolano nel moderno sistema comunicativo In programma oltre 20 appuntamenti, con 60 ospiti, per riflettere sui più diversi temi, alle discriminazioni all’intelligenza artificiale, al bournout alla lotta al patriarcato, dall’alimentazione vegana all’educazione. Gabriele Franco, curatore del festival, spiega le regioni che lo ispirano.

Perché parlare anche quest’anno di fake news? E come parlarne? Ogni nuova edizione del Fake News Festival parte sempre da queste domande. Domande che ci accompagnano lungo tutti i lunghi mesi di lavoro e programmazione. Una bussola che ci orienta nella scelta di temi, ospiti e linguaggi, che ci stimola a cercare nuove sfide e suggestioni.

La prima risposta è che l’attualità di tutti i giorni ce lo impone. Dalle elezioni alla propaganda, dai conflitti globali alla salute pubblica, dalle discriminazioni ai temi sociali. La nostra capacità di riconoscere ciò che è vero da ciò che è falso, attraversando le infinite sfumature che stanno in mezzo, è ora più che mai messa alla prova. Ed è qui che si può e si deve parlare anche di intelligenza artificiale. Da un lato, questo è un fenomeno che a sua volta richiede di essere conosciuto e analizzato senza cadere in falsi miti e approssimazioni. Pensiamo agli impatti sul mondo del lavoro e ai risvolti economici di questa tecnologia, che saranno al centro di uno degli incontri del festival.

Dall’altro, l’intelligenza artificiale si sta facendo sempre più protagonista delle dinamiche disinformative. Protagonista in negativo (anche se non mancano impieghi positivi). È la facilità con cui, grazie ad algoritmi di generazione di testi, immagini, video e audio, è possibile creare eventi e storie mai esistiti, discorsi mai pronunciati, scenari mai avvenuti. Si parla in questi casi di intelligenza artificiale generativa e di deep fake. Tutti ne abbiamo già avuto esperienza, non tutti ne siamo stati consapevoli. «La simulazione, che è alla base di questi programmi, può essere utile in alcuni campi specifici, ma diventa perversa là dove distorce il rapporto con gli altri e la realtà», le parole di Papa Francesco sul tema in occasione della 58.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Non è naturalmente una questione solamente tecnologica, anzi forse è ora più che mai umana. È il modo in cui scorriamo distrattamente contenuti su contenuti ogni giorno, costruendo solo su di essi le nostri idee e convinzioni. È la scelta di credere solo ciò che vediamo, senza provare a guardare oltre.

L’Unione europea ha di recente approvato una nuova e innovativa legge, la prima al mondo in materia, che regolamenterà a tutto tondo il fenomeno dell’intelligenza artificiale. Queste regole si basano sull’idea di un’intelligenza artificiale antropocentrica, al servizio cioè dell’uomo. Una visione etica che trova riflesso e applicazione in un testo normativo, che avrà impatti anche sul mondo dell’informazione. Le leggi sono una componente essenziale in questa partita, ma da sole non bastano. «Spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore». Da questa esortazione del Santo Padre, nel nostro piccolo, ci piace pensare a questa manifestazione unica a livello nazionale come un’occasione per piantare semi di pensiero critico. Semi da nutrire e far germogliare nella nostra quotidianità, davanti a un contenuto generato dall’intelligenza artificiale, una notizia, un’opinione, una decisione. Con il Fake News Festival vogliamo disseminare strumenti per favorire pensiero critico e cuori liberi. Per non dover più parlare di fake news.

Gabriele Franco
Curatore Fake News Festival

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