«Non sono ancora venuta in Friuli, ma prima o poi lo farò». Perché dal 30 marzo 2020 un sentimento speciale lega Elisabetta Filippucci, pensionata che vive in provincia di Bergamo, a Gemona del Friuli. Un legame indissolubile con una località che lei, fino al giorno prima, nemmeno conosceva. «Vagamente ricordavo quel nome legato al terremoto del 1976». Ma quel giorno di quattro anni fa lo ha digitato in internet. E ha trovato immediatamente quell’affetto e quella vicinanza che mai potrà dimenticare, assicura. Il 18 marzo il fratello Giorgio, bancario in pensione, non ancora 70enne, era stato una delle prime vittime del Covid. «Si è ammalato l’11 marzo e nel giro di pochi giorni è mancato», racconta al telefono, con la voce carica di commozione.
Risalgono proprio ad allora le immagini di camion dell’Esercito incolonnati mentre lasciavano la città lombarda con il loro carico di bare. Centinaia di persone morte per il Coronavirus, destinate a località, anche fuori dalla Lombardia, dove erano presenti impianti di cremazione. Dentro ad uno di quei mezzi c’era anche Giorgio…
L’articolo completo, a firma di Monika Pascolo, si può leggere sul numero de “la Vita Cattolica” del 13 marzo 2024.