«Una mano che lieve sfiora la Porta, qualcuno che vi appoggia la fronte, lo sguardo che sale verso l’alto… Per un pellegrino il momento in cui si varca la Porta Santa è tra i più toccanti del Giubileo, ma sono tante le emozioni che si vivono lungo tutto il cammino da via della Conciliazione fino alla tomba di San Pietro. Si vedono anche molte famiglie, coppie con bambini. È il loro sguardo di stupore che più ti commuove, quegli occhietti rivolti verso l’alto ad ammirare la magnificenza della basilica. Loro non sanno ancora cosa stanno vivendo, ma sentono che sta accadendo qualcosa di grande».
Maurizio Casasola non nasconde la commozione nel raccontare la grande emozione che sta vivendo a Roma dove, con alcuni compaesani, presta servizio come volontario al Giubileo. Con Maurizio ci sono Guglielmo Plotti, Attilio Cristin, Giancarlo Bartoli, Giovanni Cicuto, Roberto Versolatto e Roberto Vit. Si sono prenotati un anno fa per rendersi disponibili in questi giorni. Sono tutti amici e fanno tutti parte del nutrito gruppo di portatori (ben 60!) della statua della Madonna delle Grazie di Sabbionera. Partiti il 31 gennaio, resteranno a Roma fino a sabato 15 febbraio: quindici giorni di servizio al fianco dei pellegrini. E con loro una cinquantina di altri volontari da tutto il mondo (il 30% è italiano) e di tutte le età, «con i quali si è creato un bel clima di amicizia», afferma Maurizio. Giacca e cappellino verdi assegnati dall’organizzazione, i volontari al Giubileo accolgono i gruppi, li accompagnano lungo l’itinerario di pellegrinaggio, forniscono informazioni.
La Vita Cattolica, nel numero del 12 febbraio 2025, raccoglie la testimonianza di Maurizio, contattato al telefono poco prima dell’inizio del turno quotidiano (qui l’articolo completo)
Per il Giubileo «si calcolano 25 mila presenze giornaliere», racconta il volontario. Per i pellegrini in cammino verso la Porta Santa della basilica di S. Pietro l’itinerario è ben segnalato: parte dall’inizio di via della Conciliazione, dove per i gruppi c’è la possibilità di prendere una delle trenta grandi croci messe a disposizione dall’organizzazione del Giubileo (da riconsegnare al termine del pellegrinaggio) e un foglietto con alcuni testi per la preghiera. Da qui inizia a snodarsi il denso cordone di persone fino all’ingresso in piazza San Pietro. Maurizio si emoziona ricordando di aver «avuto anche l’onore, insieme ad amici volontari, di accompagnare alcuni gruppi di pellegrini all’interno della Basilica, passando per la Porta Santa». È proprio quello sull’uscio di San Pietro, sottolinea, uno dei momenti più toccanti: «Alla Porta ci si sofferma un attimo perché i pellegrini la possano toccare, poi si entra passando davanti alla statua della Pietà. Giunti innanzi al Santissimo la croce viene avanti e qui si vive insieme un momento di meditazione, prima di proseguire verso la tomba di Papa Giovanni Paolo II. Infine, è alla tomba dell’apostolo Pietro che i pellegrini vengono invitati a recitare la professione di fede del Credo, una delle preghiere richieste per ottenere l’Indulgenza. Terminato il pellegrinaggio, la croce viene riconsegnata ai volontari, così che possa guidare in seguito un nuovo gruppo ericominciare il suo cammino».
Valentina Zanella