Compie lo straordinario traguardo dei 40 anni il gemellaggio che lega le Parrocchie del comune di Torreano con Amakuriat, in Kenya. Traguardo che si è scelto di festeggiare con l’esperienza che sta svolgendo una delegazione torreanese – guidata dal vicario parrocchiale don Cyriacus Elelleh Maduawuchukwu – e che si concluderà il 23 del mese.
«Il parroco di allora, don Luigi Paolone – spiega Claudia Cicuttini, operatrice pastorale –, desiderava profondamente dar vita a un gemellaggio parrocchiale con una missione da qualche parte nel mondo, attraverso cui poter sostenere chi davvero avesse bisogno di un aiuto. L’occasione volle che un suo conoscente, il missionario comboniano padre Lino Zucco, di Dolegnano, proprio in quel periodo fosse rientrato per un breve periodo in Friuli dal Kenya, da Amakuriat. Si incontrarono e padre Zucco gli raccontò dunque di quella realtà, della precarietà in cui vivevano le persone, delle difficoltà della sua missione, fu così che don Gigi ci propose di aiutarli con l’adozione a distanza dei bambini. Si stabilì la quota di 200 mila lire, aderimmo in 18 tra singoli e famiglie. Qualche mese più tardi padre Zucco venne però trasferito, ma ci chiese di continuare comunque a sostenere quella missione dove c’era tanto bisogno di aiuto. Ci suggerì di appoggiarci a fratel Dario Laurencig, missionario laico comboniano, originario di Spignon, nel comune di Pulfero: lo incontrammo nel dicembre del 1985, durante una sua visita ai parenti, nelle Valli».
Fratel Dario Laurencig, che oggi ha 73 anni, è “speciale” in mille cose, ma è conosciuto soprattutto per la sua abilità rabdomantica che gli permette di individuare l’acqua nel sottosuolo con precisione millimetrica. Questa sua capacità lo ha reso noto non solo nel nord del Kenya, in gran parte desertico e privo di corsi d’acqua, ma anche in altre parti del Paese, e perfino al di là dei confini kenyani. Viene infatti spesso chiamato a “cercare acqua” in Sud Sudan, Uganda e Tanzania. Ma fratel Dario non si limita solo a cercare e trovare acqua, la fa anche zampillare in superficie. Tra le sue realizzazioni, infatti, c’è anche la perforazione di pozzi in luoghi aridi e deserti. E laddove zampilla l’acqua nascono anche scuole e altre realtà che siano di sostegno e per l’emancipazione della popolazione locale.
Nacque così un ponte – ancora oggi saldo – tra due comunità lontane, ma legate da un profondo senso di amicizia e solidarietà, tanto che negli anni si è arrivati anche a 54 sostegni a distanza. «È stato don Cyriacus Elelleh Maduawuchukwu – conclude Cicuttini – a proporci, la scorsa estate, questo viaggio. È oggi una grande gioia poter festeggiare così un gemellaggio avviato ben 40 anni fa».
Anna Piuzzi