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Dogna e Pontebba. Don Codutti lascia. Subentra don Marano

Don Arduino Codutti lascia le comunità di Pontebba e Dogna. La rinuncia alla guida delle due Parrocchie è stata accolta dall’arcivescovo mons. Riccardo Lamba, che ha provveduto alla nomina di don Giuseppe “Beppe” Marano in qualità di amministratore di entrambe le Parrocchie del Canal del Ferro. Dal punto di vista pastorale le comunità di Pontebba e Dogna, parte della Collaborazione pastorale di Moggio Udinese, potranno godere del servizio del vicario parrocchiale don Gordian Ibeto Chukwumaeze, nelle due comunità dall’ottobre 2023.

Don Giuseppe Marano mantiene la guida – pastorale e amministrativa – delle Parrocchie di Malborghetto (comprendente anche le comunità di Santa Caterina e Bagni di Lusnizza) e di Ugovizza (con Valbruna), oltre che il coordinamento della Collaborazione pastorale di Tarvisio.

Don Codutti, classe 1935 e sacerdote dal 1959, ha guidato le Parrocchie di Pontebba e Dogna fin dal 2002. Rivolto a don Arduino, l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba ha espresso «tutta la gratitudine e quella della Chiesa udinese per il lungo e proficuo lavoro svolto in tanti anni in queste due comunità».

Don Arduino Codutti ha salutato ieri (31 dicembre) le due Parrocchie nel corso di una celebrazione con il canto del Te Deum, presieduta dallo stesso Arcivescovo a Pontebba. Ora si ritirerà in quiescenza a Udine, nella Fraternità sacerdotale di via Ellero, di cui è stato originariamente il direttore.

Don Codutti è una figura storica per la Chiesa udinese. Ha presieduto per molti anni la “Casa dell’Immacolata” di don Emilio De Roja, ha fondato l’Edil Coop dopo il terremoto, quando l’edilizia in Friuli decollava e il lavoro non mancava, con lo scopo di contribuire concretamente alla ricostruzione, trovando opportunità di inclusione anche per le persone più fragili. Destinato alle terre alte, ha profuso tutto il suo impegno pastorale e sociale per le comunità di Pontebba e di Dogna. Attivamente ha partecipato alle iniziative della Diocesi per il riscatto della montagna, ancora nei primi anni duemila, in occasione dei convegni della Chiesa friulana. Si è dato particolarmente da fare anche per l’accompagnamento dei profughi arrivati a Pontebba e dintorni, soffrendo quando l’accoglienza fu criticata anche con scritte offensive sui muri.

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