Sacerdote dalla “fede autentica” e dalla “profonda onestà” che, anche nell’ultimo difficile momento della malattia “non si è scoraggiato” mantenendo una “serenità d’animo che nasceva dalla fede”. Questo il ritratto che l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha fatto di don Ernesto Bianco, nel corso dei funerali celebrati questo pomeriggio nella chiesa di Pozzuolo del Friuli.
E’ stato l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, a celebrare questo pomeriggio di funerali di don Ernesto Bianco, sacerdote friulano deceduto martedì 7 giugno.
84 anni, originario proprio di Pozzuolo, don Bianco è stato ordinato nel 1957. Cooperatore pastorale a Latisanotta (dal 1957 al 1960) e a Talmassons (1960-1961), il sacerdote è stato anche parroco di Masarolis per 6 anni e di Ovaro per 10, vicario parrocchiale a Fagagna e addetto all’Archivio storico diocesano. Negli ultimi anni cappellano nelle case di riposo Caris di Udine e Muner De Giudice di Pradamano.
Nell’omelia mons. Mazzocato è partito ricordando i suoi incontri con il sacerdote già fiaccato dalla malattia: “Nell’ultimo tempo della sua esistenza terrena egli ha provato su di sé il peso della tribolazione e ha sentito che il corpo si andava disfacendo consumato dalla grave malattia che lo aveva colpito. Ma anche sotto il peso della croce ha vissuto l’invito dell’apostolo: “Non ci scoraggiamo”. Don Ernesto non si è scoraggiato. Quando lo ho visitato ormai molto provato dal male, mi ha colpito la serenità d’animo con cui mi ha accolto e con cui ha partecipato alla preghiera che abbiamo fatto assieme anche alla sorella e al fratello che lo hanno amorevolmente assistito. Non era difficile intuire che la sua serenità d’animo nasceva dalla fede che lo aiutava ad affidarsi totalmente nelle mani del Signore e dalla speranza gli faceva tener fisso lo sguardo sulle cose invisibili per le quali aveva speso tutta la sua esistenza di cristiano e di sacerdote”.
“Da come lo abbiamo conosciuto – ha proseguito mons. Mazzocato – possiamo testimoniare che una fede autentica e una profonda onestà lo hanno sempre accompagnato lungo gli 84 anni di pellegrinaggio terreno, di cui 59 consacrati a Dio e alla Chiesa nel sacerdozio”.
L’arcivescovo ha ricordato poi che “on è stato sempre facile il cammino di d. Ernesto e non sono mancati tempi di difficoltà e, anche, di incomprensione che lo hanno messo alla prova. Questo, però – ha proseguito il presule – non ha scalfito il suo impegno dentro la Chiesa e la volontà di dare un contributo attivo e costruttivo nei problemi che ci si trovava ad affrontare. Ricordo che più volte ha cercato il dialogo di confronto anche con me consegnandomi con sincera semplicità delle sue riflessioni scritte; spesso in friulano, lingua materna che coltivava con particolare impegno. Il Signore Gesù, che conosce in profondità il cuore dell’uomo, sa come è stato quello di don Ernesto e siamo certi che lo ha trovato aperto e affidato a lui e alla sua misericordia”.
Don Ernesto – ha detto infine mons. Mazzocato – nel suo ministero sacerdotale ha sempre preso molto sul serio la Parola di Dio, l’ha ascoltata prima di tutto per sé per poi predicarla ai fratelli. Abbia, ora, la grazia di passare dalla morte alla vita con Gesù risorto. Nella comunione dei Santi possa sentire dal vivo la voce del Figlio di Dio che lo accoglie e lo risveglia alla vita eterna perché quanti fecero il bene, dice Gesù, udranno la sua voce e usciranno dai sepolcri per una risurrezione di vita, che nessun male potrà più loro togliere perché è finito il tempo delle lacrime ed è iniziato il tempo della consolazione”.