È stato don Davide Gani, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia, a celebrare la Santa Messa nella Basilica delle Grazie a Udine la sera di sabato 3 febbraio, in occasione della Festa diocesana per la Vita.
Nella sua omelia don Gani ha ricordato come il trovarsi in un luogo dedicato alla Madre di Dio «ci ricorda l’andare di Maria alla cugina Elisabetta per mettersi al suo servizio in un momento particolare della sua vita, mentre, cioè, era in attesa del bambino che portava in grembo. Le parole di Elisabetta – ha proseguito don Gani -, ossia “beata colei che ha creduto” stanno a indicare come ciascuno nella fede sia chiamato a impegnarsi nel servizio al prossimo».
Al servizio della Vita, al servizio di Cristo
In questo tempo contraddistinto da una continua messa in discussione della tutela della vita e in unione all’invito del Santo Padre e dei Vescovi per una difesa della vita nascente, il direttore dell’Ufficio per la famiglia ha invitato a «rinnovare il nostro impegno chiedendo allo Spirito Santo la forza di mettersi al servizio di colui che è la Vita, il datore della Vita: Gesù. Anche noi dobbiamo diventare portatori di Cristo a quanti sono stati feriti nella loro esistenza, a quanti soffrono per vari motivi».
«Portiamo a Dio le famiglie che soffrono»
Non è mancato un pensiero a chi, queste sofferenze e “ferite”, le vive nell’ambito della propria famiglia. «In questa giornata per la vita da questo luogo di Grazia siamo chiamati a portare davanti a Gesù tutte quelle persone che hanno bisogno di aprire il loro cuore e ricevere la Parola di Cristo che libera da ogni ferita interiore», ha detto don Gani, il quale poi ha ricordato come «Venire in questa Basilica e pregare davanti all’Eucaristia significa portare davanti a Gesù tutte le famiglie che soffrono per vari motivi, per aiutarle a ricevere la Misericordia di Dio e il suo perdono. Sarà anche l’occasione ideale per ricordare a Dio i bimbi non nati a causa dell’aborto e i loro genitori».
Nella Basilica-Santuario della B.V. delle Grazie la preghiera prosegue tutta la notte tra sabato 3 e domenica 4 febbraio, con l’adorazione eucaristica.
Bruno Temil