È l’Ave Maria la preghiera che più spesso i malati chiedono a don Michele di recitare insieme e anche coloro che in ospedale accompagna nelle ultime ore della loro vita terrena non di rado invocano la mamma. «Per questo, sentire accanto la Madre Celeste è il conforto più grande». Don Michele Lacovig, giovane cappellano dell’ospedale di Udine (e all’istituto Gervasutta), lo confida ai microfoni di Radio Spazio nell’imminenza della 33ª Giornata del malato che sarà celebrata nella Festa della Beata Vergine Maria di Lourdes. Martedì 11 febbraio in tutte le parrocchie si pregherà in particolare per chi soffre e per coloro che assistono gli infermi e a Udine, in Cattedrale, l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba presiederà la S. Messa alle ore 16 preceduta dalla preghiera del Rosario (ore 15) e animata dall’Unitalsi e da altre associazioni (diretta su Radio Spazio). La celebrazione si concluderà con la tradizionale processione aux flambeaux (verranno consegnate all’ingresso in Cattedrale delle candele; il ricavato delle offerte sarà devoluto all’Unitalsi di Udine per le attività a sostegno dei pellegrinaggi).
Nell’ospedale di Udine don Lacovig si alterna nel servizio con don Charles Maanu, don Charles Uchendu, don Mariano Linossi e don Boguslaw Kadela, insieme ai diaconi Domenico Chiapolino e Egidio Marin (quest’ultimo in particolare al Gervasutta) e con il supporto delle suore brasiliane Serve di Maria del Cuore di Gesù. Al S. Maria della Misericordia ogni giorno vengono celebrate due messe, alle 7.15 e alle 15, che si aggiungono alle messe festive, e ogni sacerdote visita i pazienti e porta la comunione in determinati reparti.
Don Michele segue in particolare i malati in Medicina d’urgenza, Cardiologia, Pronto soccorso, Infettivologia e il “post acuti”. 43 anni, svolge il servizio di cappellano in ospedale da 5. «Anni di crescita, sia umana che spirituale – ha riferito a Radio Spazio –, di approfondimento del rapporto con il Signore, ma anche dei rapporti umani. La sofferenza, spesso offre l’occasione per una maggior confidenza e qualcuno si apre raccontando anche cose che si teneva dentro da tanto tempo».
Valentina Pagani e Valentina Zanella