Chi ha l’abitudine di praticare una qualche forma di digiuno in Quaresima lo sa: questo non si traduce nell’essere musoni o più irascibili, come alcuni pensano, è proprio il contrario. «Privandoci volontariamente di alcuni alimenti, ci scopriamo più contenti, percepiamo che c’è un senso più grande per cui vivere rispetto a quello materiale, facciamo spazio in noi al Signore». A ricordarlo è don Simone Baldo, parroco coordinatore della Collaborazione pastorale di Martignacco. «Il digiuno, se fatto in maniera calibrata e graduale, porta ad un irrobustimento dell’anima – prosegue – e di conseguenza ad uno star meglio con se stessi e anche con il proprio corpo. Digiuniamo con il sorriso allora, e non per sbandierare le nostre rinunce come gli ipocriti – ci dice Gesù –, bensì per riscoprire il luogo segreto della nostra anima in cui Dio Padre abita e in cui noi lo troviamo continuamente».
Purificati, cogliamo il senso più profondo della vita
Digiunare da qualche alimento per far spazio a cosa? «Quando scegliamo di digiunare, scopriamo che si apre un mondo e il nostro cuore si predispone maggiormente alla preghiera, all’ascolto, alla percezione della presenza di Dio – risponde don Baldo –. Gli occhi della nostra mente sono “purificati”, nel senso che non sono più concentrati solo su quello che si vede e che si tocca, ma riescono a cogliere un senso più profondo della vita».
Digiunare per donare se stessi
Digiunare dagli alimenti in eccesso, ricorda il sacerdote, può darci anche la possibilità di mettere in pratica la carità: «Privandoci di ciò che per noi è superfluo possiamo aiutare chi invece non ha neanche il necessario. Non dimentichiamo che il digiuno non è mai fine a se stesso, ma sempre finalizzato al dono di sé e al ritrovamento del senso del vivere: l’amicizia con Dio e con i fratelli».
Il digiuno più importante: dal male: dai vizi, dall’odio
Tra le diverse forme di digiuno, quello «più importante è il digiuno dal peccato: dai vizi, dall’odio. Schiavitù che ci separano in maniera netta da Dio». Si può scegliere allora di digiunare in senso più ampio: il digiuno da pratiche relazionali sbagliate, da abitudini negative, da comportamenti poco gentili… «In un certo senso il digiuno diventa anche occasione per un esame di coscienza – sottolinea don Baldo –, per mettere ordine nella propria vita, “sgonfiare” il valore di cose delle quali ci pareva impossibile fare a meno e recuperarne altre, di cui scopriamo invece di sentire davvero la mancanza, come la preghiera».
Anche i bambini sanno “digiunare”
E i più giovani lo comprendono il valore del digiuno? Don Baldo non ha dubbi: «Anche i bambini sono pronti a fare piccole rinunce – i fioretti – e quando questo passo scaturisce da loro vivono l’impegno come importante, sentono a pieno il senso dell’offerta di sé, la gioia di andare avanti senza mollare. Per questo – conclude – vanno incoraggiati a viverlo, così che possano provare la soddisfazione di aver partecipato a qualcosa di più grande: la croce di Gesù».
Valentina Zanella