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Chiesa

Don Vittorino Tissino, «buon samaritano sempre accanto ai sofferenti»

Celebrati a San Daniele i funerali di don Vittorino Tissino. È stato a lungo cappellano dell’ospedale di San Daniele.

Novant’anni, di cui 64 di sacerdozio. Una vita investita al servizio della Chiesa e dei fratelli, in particolare gli anziani, i più fragili e i sofferenti. Si sono svolti martedì 27 luglio, a San Daniele, i funerali di don Vittorino Tissino, storico cappellano dell’ospedale Sant’Antonio abate e della locale casa per anziani, deceduto sabato 24 luglio nella sua abitazione a San Daniele.

Originario di San Pietro di Ragogna (24 giugno 1931), secondogenito di 6 figli, don Vittorino aveva 11 anni quando entrò in seminario. Nel 1957 la consacrazione, per mano dell’arcivescovo mons. Giuseppe Zaffonato. Il primo servizio pastorale da sacerdote fu nella parrocchia di Passons, come cappellano, poi la destinazione a Lavariano (1958-1962). Il primo incarico da parroco arrivò a San Paolo al Tagliamento, nel territorio della diocesi di Concordia-Pordenone. Successivamente, dal 1976, per 23 anni don Vittorino guidò la comunità di Vidulis di Dignano. Ed ecco l’ultimo incarico, durato ben 28 anni e conclusosi nel 2018: il servizio nell’ospedale di San Daniele, dal 1990 e dal 1999 anche nella locale casa di riposo, sempre al fianco di anziani e malati. Una figura, la sua, la cui opera è stata particolarmente preziosa per la comunità, ha ricordato il sindaco, Pietro Valent.

A presiedere il rito delle esequie, martedì 27 luglio è stato il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Guido Genero, mentre l’Arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’impossibilità di concelebrare il funerale, ha inviato un messaggio.

«Don Vittorino era una persona positiva, sorridente, capace di grande sensibilità e attenzione – il ricordo di mons. Genero –. Dieci anni fa è stato lui ad assistere la mia mamma, deceduta in ospedale, ne ho un ottimo ricordo». Il Vicario generale aveva avuto modo di collaborare con don Vittorino anche in qualità di amministratore parrocchiale di San Daniele e delle parrocchie vicine. «Di attitudine modesta, ma fattiva e operativa, ha esercitato il suo ministero senza chiasso, con grande fedeltà e affidabilità», ricorda.

Nel suo messaggio, letto durante il funerale, l’Arcivescovo sottolinea che «don Vittorino non ha sprecato i talenti che aveva ricevuto dalla Provvidenza divina ma li ha investiti nel servizio alla Chiesa e ai fratelli da “servo buono e fedele”. Possiamo veramente dire – ha sottolineato mons. Mazzocato – che si è consumato donandosi in 64 anni di ministero sacerdotale dei quali quasi 30 sono stati dedicati al ministero della consolazione tra i fratelli e le sorelle infermi». Un «buon samaritano», così l’Arcivescovo definisce don Tissino, «nella compassione che sentiva e mostrava verso i fratelli sofferenti, nella fedeltà quotidiana di stare loro accanto dedicando tempo e parole di consolazione e di preghiera, nell’offrire loro i sacramenti che sostengono un cristiano nel momento della debolezza e della morte». «Lo poniamo tra le braccia materne della Vergine Maria a cui don Vittorino è stato particolarmente devoto e che ha venerato nel Santuario di Madonna di Strada dove amava, molto frequentemente, celebrare la Santa Messa», ha concluso mons. Mazzocato.

Al termine delle esequie, il Vicario generale anche a nome dell’Arcivescovo non ha mancato di rivolgere alle sorelle di don Vittorino le più sentite condoglianze e un «sincero ringraziamento per come si sono dedicate al loro fratello sacerdote specialmente quando gli acciacchi dell’età lo avevano reso più debole e bisognoso di sostegno».

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