Tutto bloccato con il Covid nel 2020 e poi un rimbalzo sorprendentemente positivo nel biennio ’21-’22. In entrambi i casi, condizioni di mercati “anomali”, che nel 2023 si sono invece andati assestando su andamenti più “normali”, con la convivenza di fronti di maggior preoccupazione, dovuti prevalentemente alla forte instabilità geopolitica e geoeconomica internazionale, e di fattori più incoraggianti (per alcuni aspetti come inflazione, imprese e occupazione su alcuni settori trainanti). Il secondo Osservatorio sull’economia regionale, realizzato dal Centro studi Cciaa Pn-Ud incrociando e analizzando tutti i principali dati statistico-economici del Fvg in un confronto con i dati nazionali e internazionali, evidenzia un 2023 a luci e ombre e uno scenario per il 2024 ancora incerto. Oggi (giovedì 4 aprile), il report è stato presentato in Sala Gianni Bravo dal presidente Giovanni Da Pozzo con la responsabile del Centro Studi camerale Elisa Qualizza, affiancati da Stefano Miani, docente dell’Università di Udine, e dall’assessore alle attività produttive e turismo della regione Sergio Emidio Bini.
Situazione internazionale ed export
«Le preoccupazioni – ha elencato Da Pozzo – sono numerose: i due principali focolai di guerra in Ucraina e Medioriente, le difficoltà sul canale di Suez, elezioni che quest’anno si susseguiranno in tantissimi Paesi, molti dei quali cruciali, l’instabilità di alcune superpotenze come la Cina, il conseguente rallentamento della Germania e di chi, come Italia e Fvg in particolare, è più esposto su quel mercato. Tuttavia, rileviamo che l’inflazione, dopo i picchi del 2022, sta rientrando su andamenti più “naturali” e se pure è innegabile la frenata dell’export fra 2022 e 2023 in Fvg, mentre altre regioni hanno comunque continuato a fare risultati positivi, è vero altresì che il confronto dei valori esportati fra 2019 e 2023 dimostra comunque una crescita, pur se lieve tenendo conto anche dell’inflazione. In tal senso, è utile ricordare come sul nostro export sia innegabile in termini di valori il peso della cantieristica, in grado da sola di destabilizzare l’intero andamento delle nostre esportazioni da un anno all’altro». A dettagliare il concetto in termini numerici le elaborazioni Centro Studi. «In Fvg nel 2023 l’export è sceso del 13,7% su base annua e al netto della cantieristica navale la variazione è più contenuta: -8,1% – sottolinea Qualizza –. Se compariamo 2023 e 2019, si registra invece un +23,2% di export, e con inflazione generale media nel periodo del 16%».
Concentrandosi sul confronto 2023-2022, lo studio evidenzia che in Fvg, tra i principali settori, cresce l’export di macchinari e apparecchiature (+10,3%) e di alimenti e bevande (+8%). In calo risulta quello di prodotti in metallo (-16,1%) e navi (-43,7%). Tra i principali partner commerciali, si evidenzia la diminuzione dell’export soprattutto verso Usa -25%, Austria -23,7%, Francia -14,5% e Germania -12,1%, mentre la crescita verso Paesi Bassi (+5,7%) e Croazia (+7,9%). Incremento a doppia cifra verso India (+43,8%), Canada (+10,5%), Brasile (+45%) e Arabia Saudita (+52,7%), tutti mercati che vanno sempre più affermandosi nei rimodulati (e ancora rimodulabili) assetti globali.
Pil e consumi
In Eurozona, secondo Eurostat, la crescita del Pil nel 2023 è stata pari a +0,5%. Secondo Istat il Pil italiano nello stesso anno è aumentato dello 0,7%. Secondo Prometeia, la crescita del Pil in Friuli Venezia Giulia è stata dello 0,8%. Secondo le più recenti previsioni Fmi, la crescita del Pil dell’Italia sarà +0,7% nel 2024. Anche Prometeia prevede per l’Italia una crescita dello 0,7% e se per il Fvg il dato corrispondente, più recente, non è disponibile, va evidenziato che la precedente previsione dava conto di un decimale sopra la media nazionale. Ci si può attendere dunque una conferma in tal senso. Il valore aggiunto in Fvg aumenta grazie alla crescita dei servizi. L’industria è invece stabile e le costruzioni, dopo anni di decisa crescita, segnano un lieve rallentamento. Nel 2024 e nel 2025 sarà sempre il terziario a trainare l’economia regionale, mentre l’industria in senso stretto tornerà a crescere a partire dal 2025.
I consumi delle famiglie sono previsti in crescita dello 0,3% nel 2024 in Italia e dello 0,7% in Fvg.
Riguardo al Pil, il professor Miani ha invitato a tenere monitorato il comparto delle costruzioni, che sta vivendo ancora un momento positivo molto spinto dalle agevolazioni degli ultimi anni. Agevolazioni che, se non rifinanziate o comunque finanziate in modo diverso, potrebbero comportare pesanti contraccolpi, per il settore in sé ma anche a cascata sull’intera economia, «considerando anche – ha aggiunto – che le dinamiche demografiche non giocano certo a favore del comparto immobiliare».
Credito e imprese
Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento è in crescita e «un altro fattore critico – aggiunge Da Pozzo – ci arriva dal credito alle imprese, in calo in Italia e anche in regione: -5% credito alle imprese in Italia 2022-2023, – 5,2% in provincia di Pordenone e -5,8% in provincia di Udine. In questo panorama, un elemento positivo ci arriva dal fronte delle imprese – aggiunge –. Sebbene il picco di nuove imprese si sia registrato nel 2021, anche nel 2022 e nel 2023 il saldo fra iscrizioni e cessazioni in Fvg resta stabilmente positivo. L’andamento si presenta differenziato fra i settori: le costruzioni continuano a crescere, mentre primario, manifattura e commercio sono in difficoltà. Le attività di alloggio e ristorazione sono in crescita e sono in crescita continua soprattutto i servizi». Crescono poi le società di capitale (+2,3%, +572), sostanzialmente stabili le imprese individuali e in aumento anche le società benefit (+31,4%, +16).
Il totale delle imprese registrate al 31 dicembre 2023 in Fvg si attesta a 97.806.
Il tasso di crescita complessivo delle imprese registrate in Fvg nel 2023 è +0,34% (+331 imprese in valore assoluto).
Occupazione e “costo” del lavoro
Gli occupati in Friuli Venezia Giulia nel 2023 sono 519.916. Rispetto al 2022 sono sostanzialmente stabili: -601 unità, -0,1% (media italiana +2,1%). Secondo le elaborazioni dei dati Istat, il totale dei servizi segna un + 1,4% di occupati tra ‘22 e ‘23, con quasi 5mila occupati in più (e, di contro, oltre 5,5 mila occupati in meno nell’industria). In sintesi, nel 2023 in Fvg calano gli occupati e i disoccupati mentre aumentano gli inattivi.
Dall’analisi incrociata dei report Excelsior-Unioncamere di diverse annualità, emerge inoltre che turismo e ristorazione si confermano i comparti che hanno sempre “fame” di personale, una richiesta che aumenta, come aumenta la difficoltà di reperimento di figure specializzate (sia nel settore sia in professioni legate alle nuove tecnologie e alla manifattura specializzata), che mettono ancora una volta al centro la necessità di adeguare la formazione dei giovani e la formazione continua dei dipendenti, verso sempre maggiori specializzazioni.
Il presidente Da Pozzo e l’assessore Bini hanno evidenziato la necessità di intervenire sulla valorizzazione degli stipendi e soprattutto sul costo del lavoro, uno fra i più pesanti in Europa, «che va a pesare tanto sulle imprese quanto sui lavoratori, che si vedono fortemente ridotto il netto in busta paga, con tutte le conseguenze che ciò comporta», ha concluso Da Pozzo.