Zorn: con il Pnrr il problema si acuirà. Serve inserimento lavorativo per richiedenti asilo e stranieri vulnerabili
“Un anno fa l’Associazione nazionale Costruttori edili (Ance) denunciava una carenza del 40% della forza lavoro. Oggi in Friuli Venezia Giulia, con il comparto dell’edilizia-costruzioni che ancora beneficia del bonus 110%, vi è una carenza di circa 25-30% della manodopera. Se non vi sarà una notevole immissione di forza lavoro, i cantieri di prossima apertura del Pnrr partiranno con un braccio legato dietro la schiena, con il rischio che si torni al -40% di manodopera rilevato dall’Ance il che metterebbe in serio pericolo la realizzazione dei progetti”. È l’ammonimento del segretario regionale della Feneal-UIL (edilizia-legno) del Friuli Venezia Giulia, Massimo Minen, annunciando che nei prossimi giorni le sigle sindacali del settore chiederanno ai prefetti del Friuli Venezia Giulia l’applicazione del protocollo, firmato nel maggio 2022 con il ministero dell’Interno e il ministero del Lavoro, per “l’inserimento socio lavorativo di richiedenti e titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri vulnerabili”, dai circuiti di accoglienza CAS e SAI. Minen sottolinea che in base al protocollo le parti datoriali e sindacati mettono a disposizione gli enti bilaterali per i percorsi formativi, esperienze in azienda, con l’obiettivo dell’inserimento lavorativo nel settore dell’edilizia.
La mancanza di manodopera oramai interessa tutti i settori produttivi, commenta il segretario regionale Uil del Friuli Venezia Giulia, Matteo Zorn, evidenziando il dato demografico che racconta di una popolazione attiva sempre più anziana. “In questo caso non c’entrano tanto le nascite, ma la fuga dei giovani attratti all’estero da salari e condizioni di lavoro migliori, mentre i lavoratori più anziani restano. Non può essere altrimenti – osserva – visto che per i giovani in Italia ‘l’ascensore sociale’ è bloccato, il governo in carica concede nuovi spazi al lavoro precario e non tutelato, mentre sul lato dell’immigrazione vede tutt’altre priorità rispetto alle esigenze unanimemente espresse dal mondo economico”.
Secondo Zorn, c’è inoltre urgente bisogno inoltre “di azioni mirate per valorizzare la professionalità, qualità del lavoro e di vita dei giovani; strumenti ad hoc per collegare meglio formazione e impresa; politiche attive per recuperare gli ‘inattivi’, che sono un terzo della popolazione in età da lavoro. Solo così il Paese e il Friuli Venezia Giulia saranno attrattivi e fermeremo il declino demografico che lentamente strangola la società”, conclude il segretario regionale.