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L'editoriale

Estate di eventi. Nel segno dell’inclusione?

Siete degli appassionati cinefili? Siete di quelli che “senza un libro non vado da nessuna parte?” Oppure appartenete alla schiera degli appassionati di musica? Desiderate curiosare tra i meccanismi di una rappresentazione teatrale? Qualsiasi sia la vostra inclinazione non preoccupatevi: l’estate friulana abbonda di proposte di ogni tipo. E questo fin dalle piogge di giugno, con un originale Festival cinematografico: Le Giornate della Luce. Ma se di luce e di giornate si parla in quel di Spilimbergo grazie all’idea di Gloria De Antoni, a Udine l’ha fatta da padrone La Notte dei Lettori condotta con entusiasmo da Martina Del Piccolo.

Se rivolgiamo lo sguardo verso l’estate che verrà davvero non c’è che l’imbarazzo della scelta: libri, lettori e autori sono sparsi lungo tutto il territorio a partire da realtà piccole ma accurate come BagnAria di Libri, fino ai più consolidati Incontri con l’Autore e con il Vino ospitati a Lignano. C’è spazio persino per un appuntamento dedicato a una forma di scrittura di certo non autoctona, ovvero L’haiku friulano di Gianni Moroldo a cui La Polse di Zuglio dedica un’attenzione singolare.

Di cinema sotto le stelle, e comunque non sotto la pioggia, ne troverete quanti ne volete, da Codroipo a Sutrio, da Paluzza fino agli appuntamenti organizzati dal Visionario in una Udine che ridà vita alla preziosa iniziativa del cinema all’aperto nei quartieri. E il teatro? Presto serviti grazie alla stagione estiva del Giovanni da Udine e al prestigioso Mittelfest cividalese. Nemmeno il Teatri Stabil Furlan si prende una pausa: intrigante il suo Ce crodistu di fâ , riproposto in più date, ma anche la ripresa di Senza Memoria inserita nel contesto del Museo tolmezzino. Già, la Carnia: a Illegio “Il Coraggio” è il titolo della nuova mostra a cui si affianca la 33° stagione di Carniarmonie, ospitata tra le pievi della Carnia, preziosi gioielli che meriterebbero di poter essere regolarmente visitabili dal pubblico. E a proposito di Carnia non dimentichiamoci di Estensioni, un festival con la finalità sottaciuta ma particolare: creare in questa conca ricca di storia e di idee divergenti, un piccolo universo capace di strappare pubblico e artisti dalla infernale macchina dello show business.

E se ancora di musica vogliamo parlare ci pensa Folkest a far riverberare le radici della musica popolare lungo le terre della nostra regione. Accanto mettiamoci gli appuntamenti in castello dell’Estate udinese (Roberto Saviano prima e Francesco De Gregori poi) e tutto quello che troverete puntualmente elencato consultando il sito www.turismofvg.it.

Un paio di riflessioni vanno però fatte. La prima riguarda coloro che da qualche anno, incoraggiati dalla congiuntura del covid, avevano sancito la crisi degli incontri dal vivo e l’inizio dell’era dei contatti a distanza. Sono stati falsi profeti: in poco tempo la gente ha riconquistato il piacere di partecipare in carne ed ossa per vedere, toccare, sfiorare, sentire senza filtri.

La seconda è una domanda obbligatoria: a questa incredibile diffusione di avvenimenti culturali corrisponde davvero la creazione di un territorio dove si acquietano i rancori e si impara a concepire la presenza dell’altro e a sorridergli? Forse no. Visti anche i recenti episodi di cronaca riferibili spesso a giovani generazioni. Che troppo spesso sono lontane da queste manifestazioni. Raramente i promotori di eventi hanno in mente quel tipo di pubblico. Nota di merito va data agli organizzatori di Terminal, il festival che ha animato e sdoganato da facili luoghi comuni il parco Moretti di Udine. Anche Mittelfest ha avviato nelle ultime edizioni una coraggiosa ricerca all’interno di un mondo artistico giovanile. Basterà? Difficile dirlo. Solamente concependo la programmazione di eventi non come mero intrattenimento, ma come contributo alla formazione di una società giovane e inclusiva l’attività culturale assolverà al suo compito originario.

Paolo Patui

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