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Attualità

Farmaci riciclati, in 2 anni dono che supera i 580 mila euro

Raccolgono i farmaci ancora validi. Quelli che di solito, diventati inservibili, si lasciano scadere in casa. Li controllano, li registrano in un database e poi, in base alle richieste, li inviano laddove ce n’è bisogno. Significa in ogni parte del mondo dove ci sono situazioni di guerra, di bisogno e di povertà sanitaria.

Sono i volontari (una trentina) del “Centro raccolta farmaci” di Udine, associazione che dal 2022 ad oggi ha raccolto medicinali integri per un valore commerciale che supera i 580 mila euro.

«Di questo dobbiamo ringraziare la comunità friulana, le persone residenti in particolare in provincia di Udine – spiega Federico Armani, presidente del “Centro raccolta farmaci” –, area dove abbiamo delle sedi di raccolta delle medicine in nove farmacie che, grazie alla collaborazione in atto con il Banco farmaceutico, a cui ci appoggiamo, hanno dato la propria disponibilità a collaborare con il nostro progetto».

I medicinali non utilizzati si raccolgono anche direttamente alla sede dell’associazione, in viale delle Ferriere a Udine, nei locali messi a disposizione dall’Istituto delle Suore Rosarie e che, al momento, racconta Armani, «sono diventati spazi troppo piccoli per le esigenze del Centro». Da qui l’appello del sodalizio e dei volontari rivolto all’intera comunità perché uno degli obiettivi urgenti è poter disporre di luoghi più ampi in cui accogliere il magazzino dei farmaci e l’intera “filiera” che poi consente di farli arrivare a destinazione, alle persone bisognose.
«Un ingranaggio che è iniziato circa 7 anni fa con una richiesta di farmaci giuntaci dal Venezuela – illustra Armani, medico di medicina generale –, e allora abbiamo cominciato a raccogliere farmaci nel mio ambulatorio, anche in collaborazione con altri medici, diventando un braccio operativo di Ali, la onlus latinoamericana che da anni in Italia si occupa di aiuti umanitari nel Paese sudamericano».

Un gesto solidale che da quel momento non si è più interrotto. E che accanto alla solidarietà ha pure altre valenze. «Così si evitano gli sprechi e quanto recuperato può essere utile ad altri: questo è meraviglioso. Poi c’è un recupero economico della spesa fatta dai cittadini e pure dal Servizio sanitario nazionale; infine, va tenuto conto dell’aspetto ambientale perché ciò che viene riutilizzato non finisce nello smaltimento, operazione che ha comunque dei costi».

I volontari del Centro raccolta farmaci

Così, settimana dopo settimana, i volontari accolgono, controllano e registrano ad una ad una le confezioni donate, predisponendo senza sosta i pacchi da inviare laddove per necessità – spesso legate alle guerre – i farmaci per curare la popolazione scarseggiano o mancano del tutto. «Cerchiamo di dare risposta alle richieste che ci arrivano tramite varie associazioni amiche, ma pure da enti pubblici – spiega –; la maggior parte dei medicinali va all’estero: dall’Ucraina, in questo caso grazie al Csi di Trieste e all’associazione “Amici dell’oasi dei quadris” di Fagagna, al Libano, in particolare nel campo profughi dei palestinesi a Beirut dove riusciamo ad essere presenti grazie all’Ambasciata palestinese a Bruxelles; e poi in Madagascar, Benin, Togo, Costa d’Avorio, ma pure in Bolivia, Venezuela. In Myanmar purtroppo al momento abbiamo grosse difficoltà a far entrare il materiale e ci appoggiamo a un sacerdote che ora è a Udine».

Dietro agli invii c’è, dunque, una rete consolidata di realtà di volontariato che fa sì che la consegna dei farmaci sia fatta direttamente agli operatori sanitari in loco.

Oltre alle medicine inutilizzate, con confezioni preferibilmente integre e data di scadenza lontana, al “Centro” arrivano anche presidi. Si tratta di carrozzine, letti e molto altro che spesso finiscono dimenticati in qualche angolo della casa. «Invece risulta essere materiale molto utile e, compatibilmente con le nostre possibilità economiche, lo inviamo alle associazioni che poi lo distribuiscono ai bisognosi attraverso i medici o i volontari».

Le spedizioni infatti hanno un costo che il “Centro” riesce ad abbattere grazie alle donazioni – anche le scatole sono messe a disposizione gratuitamente dallo Scatolificio Udinese-La cartotecnica – di tante persone che credono nel progetto. Un’iniziativa che, solo negli ultimi due anni, è riuscita a rimettere in circolo qualcosa come 28 mila scatole di medicine altrimenti destinate alla scadenza.

Monika Pascolo e Marta Rizzi

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